Avevamo annunciato, settimane fa, l'arrivo dei tanto sospirati aumenti stipendiali sulle buste paghe dei docenti e di chi opera nella Scuola italiana. Gli attesi aumenti e relativi arretrati promessi, che dovevano essere già presenti nel cedolino di marzo, purtroppo, non sono ancora stati emessi anche se era logico aspettarsi lo slittamento per il prossimo mese di aprile dato l'ipotesi di contratto è stata firmato lo scorso febbraio. Un'altra notizia non buona, che rischia di spegnere gli entusiasmi di tutto il personale scolastico, è quella emersa durante una dichiarazione da parte della Cgil rilasciata al '' Fatto quotidiano'' e cioè che esiste il rischio che gli aumenti in questione non vengano estesi per il 2019.

A questo proposito, il sindacato Cgil ha inoltrato delle richieste per stabilizzare “l’elemento perequativo”, cioè la soluzione contrattuale a favore di lavoratrici e lavoratori a sostegno dei redditi più bassi e per evitare che il bonus di 80 euro voluto da Renzi venga perso garantendo a docenti e personale Ata della scuola statale gli aumenti di stipendio promessi e anche il bonus irpef.

Elemento perequativo utile a chi perde bonus 80 euro va reso stabile

I sindacati dunque, chiedono che gli stanziamenti economici abbiano il fine di equiparare gli aumenti per tutti i lavoratori del pubblico impiego. L' incremento previsto era stato portato al 3,48 per cento circa garantendo l’aumento- che si aggira all'incirca sugli 85 euro medi al lordo al mese- solo per chi guadagna stipendi elevati, quindi non riferendosi, certamente, a chi lavora nella scuola che percepisce stipendi inferiori.

Mancanza di risorse per il 2019

Le risorse finanziarie in questione, però, sono state stanziate solo per il corrente anno; la notizia è stata riferita da “Il Fatto Quotidiano” in questi ultimi giorni. Quando verrà approvata la prossima legge di Bilancio, se tali finanziamenti non saranno stati stabiliti, le buste paghe del personale scolastico perderebbero gli aumenti e si abbasserebbero di nuovo.

Per fare un esempio, diciamo che un docente che lavora per il Miur da meno tempo rispetto a un collega, potrebbe vedersi decurtare circa 20 euro mensili che corrispondono al 25 per cento del precedente aumento - già di per se' ritenuto da alcuni irrisorio- che aveva ottenuto quest'anno. L'intenzione dei rappresentanti del sindacato Cgil è quella, quindi, di rendere stabile questo elemento perequativo quando verranno aperti gli accordi per il prossimo CCNL alla scadenza di quello attuale in vigore fino al 31 dicembre del 2018. Aspettiamoci proteste, da parte dei lavoratori della Scuola ancora una volta delusi da queste possibili prospettive.