Quando si parla di Cesare Damiano, il Presidente della Commissione Lavoro della Camera nella Legislatura appena finita, la memoria va al DDL 857, cioè ad una delle più discusse proposte di riforma del sistema previdenziale depositate in Parlamento. Cesare Damiano è uno dei personaggi politici più importanti quando si parla di previdenza perché è uno di quelli che ha sempre lavorato per cercare soluzioni a problemi che ha lasciato al sistema la riforma Fornero. In campagna elettorale Damiano si è sempre dichiarato contrario all’abolizione della Fornero, ma non alla sua correzione.

Ecco cosa suggerisce adesso il Presidente e cosa bisogna fare per le Pensioni.

Un lavoro di continuità

Dopo l’ingresso in campo della riforma Fornero, nel 2012, la politica si è adoperata a mettere alcune pezze alle evidenti mancanze e penalizzazioni che la riforma stessa mise in atto. Sono state approntate 8 salvaguardie per gli esodati, una categoria di italiani che proprio la Fornero ha contribuito a creare. Persone senza lavoro e senza pensioni che prima del 2012 erano ormai prossimi alla quiescenza e che per via dell’inasprimento dei requisiti si videro spostare l’età pensionabile in avanti nel tempo. Opzione donna per salvaguardare in parte quelle lavoratrici che per questioni di cura della famiglia chiedevano di abbandonare il lavoro anche rimettendoci parte della pensione è un'altra misura su cui la Commissione Lavoro ha speso tempo.

Il DDL 857 poi prevedeva la flessibilità in uscita come criterio principale del sistema pensionistico. La pensione con 62 anni di età e 35 di contributi, penalizzata sempre di più per ogni anno di anticipo rispetto ai 66 anni e 7 mesi era uno dei cavalli di battaglia della riforma che però come confermato dallo stesso Damiano, alla luce della sostenibilità del sistema previdenziale, non potrà avvenire i nessun caso.

Cosa bisogna fare

Un lavoro di continuità, questo è quello che adesso suggerisce Damiano alla politica, o meglio ai partiti o coalizioni che hanno vinto le elezioni e che presto saranno chiamate a predisporre un nuovo Governo. Bisogna continuare sulla strada intrapresa dagli ultimi Esecutivi, almeno stando al Damiano pensiero.

I punti nevralgici da fare e che poi sono gli stessi che grosso modo erano nei programmi dei vari partiti politici sono sempre gli stessi. Per il Presidente adesso si deve passare dalle parole ai fatti. L’Ape, l’anticipo pensionistico nelle sue varie forme è in scadenza a fine 2018. La misura secondo Damiano dovrebbe essere trasformata da sperimentale e quindi a scadenza, in strutturale. Le 15 categorie di lavoro gravoso che sono state implementate nel 2018, dovrebbero estendersi ancora ad altre tipologie di attività allo steso modo logoranti. SI dovrebbe predisporre l’ennesima salvaguardia esodati , cioè la nona perché le precedenti non hanno debellato del tutto la questione. Opzione donna che già da quest’anno è stata sospesa, dovrebbe essere rilanciata anche solo e nuovamente, in maniera sperimentale. Infine le problematiche dei precoci con la quota 41 che deve essere estesa a tutti diventando una sorta di pensione anticipata fissa per quanti hanno iniziato a lavorare molto presto.