Il lavoro domestico, quello che nelle famiglie italiane svolgono badanti, colf e baby sitter ormai è una delle attività più diffuse. Secondo i dati statistici, In nella nostra penisola sono circa 840 mila le lavoratrici di questo settore, comprendendo sia quelle regolari che quelle irregolari che purtroppo ancora oggi esistono. In prospettiva, sempre secondo le statistiche, la domanda di questo tipo di lavoratori aumenterà perché l’invecchiamento della popolazione italiana è pressoché certo visto il continuo aumento della vita media degli italiani.

Il lavoro domestico ormai è regolato da un proprio CCNL e da precise regole a partire da quello dell’assunzione e dei versamenti contributivi all’Inps. Dal 2018 i soldi che le famiglie spendono per le badanti sono aumentati perché sono aumentate le soglie minime di stipendio e contestualmente, i contributi Inps da versare.

Il 10 aprile

Molte famiglie italiane ormai sanno perfettamente cos’è un MAV, cioè il bollettino postale che serve per regolarizzare una badante dal punto di vista della contribuzione previdenziale. Si tratta dei versamenti classici che un datore di lavoro fa a favore del lavoratore per le future Pensioni di questi ultimi e per le eventuali richieste di indennità di disoccupazione.

Contributi che servono anche per gli eventuali infortuni sul lavoro o le malattie. I versamenti vanno fatti come di consueto ogni trimestre e per quanto concerne il primo, cioè quello da gennaio a marzo, il prossimo 10 aprile è fissata la scadenza di pagamento. Per il pagamento l’Inps invia i bollettini MAV a casa del datore di lavoro ma è possibile scaricare il tutto anche dal sito dell’Inps per coloro che sono muniti di password e credenziali di accesso.

Va ricordato al riguardo che dal 2018 l’Istituto ha aperto sul suo portale, una area a tema dedicata proprio al lavoro domestico all’interno della quale ogni datore di lavoro può verificare quanto versare e dove si possono effettuare le variazioni in riduzione o in aumento dell’orario di lavoro che evidentemente influiranno sul calcolo.

I contributi da versare infatti, variano in base alla retribuzione oraria stabilita e aggiornata dal Ministero del Lavoro lo scorso gennaio, di comune accordo con tutti i rappresentanti sindacali dei lavoratori e della associazioni datoriali.

Aumenta la paga oraria

Crescono rispetto al 2017, i minimi retributivi da erogare a colf e badanti in base all’aggiornamento 2018. Come dicevamo, aumentando la paga oraria minima per i servizi di questi lavoratori, aumentano anche i contributi da versare che sono strettamente collegati alla retribuzione. Per il 2018 le cifre della paga oraria sono cresciute anche se di poco, in base al sopraggiunto tasso di inflazione certificato dall’Istat. Cifre non certo da capogiro perché per esempio, una lavoratrice inquadrata al livello B si è vista aumentare la paga oraria di 4 centesimi, cioè da 5,68 a 5,72 euro.

Entrando nel dettaglio, le nuove fasce retributive mensili da prendere a riferimento per l’imminente scadenza dei contributi trimestrali da versare sono:

  • Livello A : € 629,15
  • Livello AS : € 743,55
  • Livello B : € 800,74
  • Livello BS : € 857,94
  • Livello C : € 915,15
  • Livello CS : € 972,33
  • Livello D : € 1.143,91
  • Livello DS : € 1.201,11