Di Maio vuole tagliare le Pensioni d'oro, fissando un tetto massimo a 4-5 mila euro per chi non ha versato contributi adeguati all'assegno e creare un fondo con quanto risparmiato. Un miliardo di euro che verrebbe utilizzato per aiutare le fasce più deboli ed aiutare le pensioni minime. Le intenzioni palesate dal Ministro del Lavoro sono però presto finite nel mirino della critica. In particolare sono stati diversi costituzionalisti, tra cui il professor Cesare Pinelli, docente di diritto costituzionale all’Università La Sapienza di Roma, a ritenere che le intenzioni palesate sarebbero utili unicamente a prendersi spazio sui titoli dei giornali.
Esisterebbe, infatti, il rischio che quanti si vedrebbero decurtata la pensione avrebbero piena ragione nell'eventualità che decidessero di fare ricorso.
Di Maio: programma ambizioso sulle pensioni
Di Maio, da quando è Ministro del Lavoro, sa di aver una patata bollente in mano. Il suo programma, sancito dall'ormai celeberrimo "contratto di Governo", è più che impegnativo. Reddito di cittadinanza e pensioni rappresentano gli aspetti sociali su cui maggiormente ha fatto leva in sede di campagna elettorale. Dovrà mantenere le promesse, soprattutto quelle ribadite con forza negli ultimi giorni. L'idea di indagare su pensioni eccessive rispetto ai reali contributi versati rappresenta un'intenzione palesata senza alcun tipo di giro di parole.
Il risparmio quantificato rappresenterebbe un sussidio importante per le fasce più deboli, ma sarebbe raggranellato con metodi che risulterebbero quantomeno "borderine". Anzi, secondo i costituzionalisti, avrebbe pochissime chance di riuscire nell'intento a lungo termine, tenuto conto che chi dovesse essere "vittima" di tagli al proprio assegno avrebbe buone possibilità di riottenere tutto indietro dopo un anno dall'esecuzione di un eventuale provvedimento.
Particolarmente dure sono state le parole del professor Cesare Pinelli, professore di diritto Costituzionale all'Università La Sapienza di Roma. E' proprio lui, attraverso Il Fatto Quotidiano, ad anticipare che lo Stato rischierebbe di dover risarcire tutto. Pensare di farlo senza temere ricorsi, secondo il docente, equivarrebbe ad aver rilasciato dichiarazioni "puramente di immagine" e "tese ad alimentare i titoli dei giornali".
Pensioni d'oro: tagli a rischio incostituzionalità
Pinelli, con particolare riferimento a vitalizi e pensioni d'oro invita a pensare a tagli ragionevoli. In particolare ricorda che i vitalizi parlamentari sono disciplinati dall'articolo 69. La funzione della norma è quella di garantire l'accesso alla vita politica anche alle classi più umili, evitando che i parlamentari possano essere condizionati per ragioni economiche. L'invito del professore è rivolto a prestare attenzione sulle pensioni d'oro poiché non è possibile violare il principio dell'affidamento. Sarebbe come iniziare a giocare e cambiare le regole solo dopo. Non sarebbe possibile decurtare la pensione di una persona passandola da 4000 a 1500 euro.
Senza contare che è in vigore, inoltre, una sentenza della Corte Costituzionale (la numero 314 del 2000) che sugli assegni più alti erogati dall'Inps consente solo interventi di "carattere eccezionale, transitorio, non arbitrario e consentaneo allo scopo prefissato". Ancora una volta il programma di Lega e Movimento Cinque Stelle non trova l'appoggio di tanti "cervelli" del Paese. La sfida per i due partiti al Governo sarà quella di dimostrare che i propri obiettivi saranno raggiungibili senza minare le casse dello Stato.