Sulle Pensioni non si placa lo scontro. Il dibattito sulla quiescenza, in particolare su quota 41 e opzione donna [VIDEO] si fa sempre più aspro, nonostante il costo potrebbe aggirarsi intorno a soli 5 miliardi di euro. Ma le novità sulle pensioni anticipate che riguardano le misure proposte dal nuovo Governo Conte sembrano far parte del contratto iniziale a firma Salvini-Di Maio. In particolare, la quota 41 potrebbe partire senza il requisito dei 62 anni di età anagrafica e senza nemmeno impattare troppo sui conti pubblici. Il si di Di Maio sembra infatti configurarsi concretamente, ma solo dopo essersi confrontato sulla coperture di cui è fondamentale tenere conto.

Differenza dall'attuale pensione Quota 41

Di fatto, la misura adottata oggi per i precoci verrebbe estesa a tutti i lavoratori con almeno 41 anni di contributi. Per l'opzione donna, invece, potrebbe esserci la fattibilità di uscire anticipatamente con 57-58 anni di età anagrafica e 35 anni di contributi, ma si ipotizza che si potrebbe uscire a 36 o 37 anni di contributi ricalcolando l’assegno interamente con il metodo contributivo.

Progresso o regresso dell'Opzione donna?

La reazione di Orietta Armiliato, amministratrice del comitato opzione donna social, è stata immediata e si domanda, anzi, chiede all'on. Di Maio se conosce le problematiche che le donne devono subire per raggiungere i requisiti contributivi.

I buchi contributivi che si verrebbero a creare per le lavoratrici a causa della discontinuità lavorativa che da sempre sono soggette, non sono da sottovalutare.

Quindi, per aiutarle di certo non sarebbe una misura tanto generosa quella di alzare l'asticella del requisiti, fosse anche solo di 1 solo anno. A tal proposito arriva anche il monito del sindacalista e segretario generale del Sindacato pensionati italiani della Cgil, Ivan Pedretti, che si augura che sulle pensioni non avvengano pasticci e che il nuovo Governo Conte debba in qualche modo confrontarsi anche con i sindacati.

Alberto Brambilla, esperto di previdenza contattato dal Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico per un incarico a fianco di Di Maio, ha già esposto la sua idea [VIDEO], ossia di mandare in pensione prima chi ha almeno 41 anni e mezzo di contributi senza alcun limite di età anagrafica come requisito. Quota 100 e quota 41 potrebbero quindi cancellare l'adeguamento dell'età pensionabile a 67 anni, previsto dal 1° gennaio 2019 sulla base dell’aggiornamento Istat delle aspettative di vita.