Giornata molto importante ieri per quanto riguarda previdenza e lavoro. Infatti mercoledì 11 luglio Luigi Di Maio ha presentato in Senato le linee guida dei suoi Ministeri. Durante l’illustrazione ha abbracciato molti temi cari a milioni di italiani, dalla pensioni con le solite quota 100 e quota 41, ai tagli di vitalizi e pensioni d’oro. Molto importante però l’accenno ai voucher, i famosi buoni lavoro che tanto hanno fatto discutere negli ultimi anni e che il Governo Gentiloni ha abrogato. Dal neo Ministro del Lavoro però si registra una riapertura verso questi strumenti retributivi, anche se ne va attentamente monitorato l’utilizzo.
Le parole del pentastellato
Il Ministro del Lavoro riapre ai voucher, questa la notizia che ieri ha fatto il giro dei media. I voucher, cioè i buoni lavoro che sono uno strumento di retribuzione per lavoro occasionale, nacquero nel 2003 e come abbiamo detto, sono stati aboliti nel 2017 dall’Esecutivo Gentiloni. Dopo la loro abolizione, sono stati sostituiti da altri strumenti simili, i libretti famiglia, ma adesso, dopo le parole di Di Maio ieri sera al Senato, sembra possibile una loro reintroduzione. Non ci sarà nessun abuso nel loro utilizzo, così ha detto Di Maio perché c’è l’impegno dell’Esecutivo a controllarne l’utilizzo che per altro dovrebbe essere limitato solo a settori specifici quali quello agricolo o quello del turismo.
In pratica un passo indietro da parte del Movimento 5 Stelle, da sempre scettico nei confronti dei voucher. Una posizione cambiata che avvicina i grillini alla Lega, i quali al contrario dei pentastellati erano da sempre favorevoli ai voucher in determinati settori. Continua in un certo modo la Politica di Governo "del baratto", con le due forze politiche che cercano di avvicinarsi, assecondando progetti degli alleati a fasi alterne per ottenerne altri più vicini al proprio programma.
Come funzionano i voucher
Il voucher quindi è uno strumento di retribuzione per così dire, accessoria. Sono stati istituiti per regolamentare le prestazioni occasionali e temporanee, quelle tanto per intenderci, non riconducibili a contratti di lavoro nel vero senso della parola. Con tale strumento, il lavoratore si vede riconosciuti i contributi Inps e le tutele Inail per gli infortuni sul lavoro.
Strumento dunque che serve come copertura a quei lavori saltuari o occasionali che non sono regolamentati da un vero e proprio contratto di lavoro classico. Uno strumento però che è stato sempre accompagnato da critiche e accuse, soprattutto quella di deregolamentare il mercato del lavoro, contribuendo a renderlo sempre più precario. Ecco perché Di Maio sottolinea come la maggioranza di Governo debba essere coesa a contrastare qualsiasi abuso sull’utilizzo di questo strumento che però, in settori come quello turistico-stagionale, o agricolo, dove le attività lavorative sono spesso legate a condizioni climatiche e clima, potrebbe essere rilanciato.