Non accennano a placarsi le polemiche in merito al programma di governo riguardante l'auspicato superamento della Legge Fornero e la questione Pensioni. Se da una parte, il ministro degli Interni, Matteo Salvini, continua a rassicurare il proprio elettorato in merito all'attuazione, entro il 2018, di provvedimenti che possano garantire una maggior flessibilità per quanto riguarda l'uscita dal lavoro, dall'altra comincia a subentrare un certo pessimismo e, soprattutto, scetticismo per quanto riguarda l'attuazione delle promesse elettorali. Intanto, secondo quanto emerge dal monitoraggio Inps, negli ultimi sei mesi sono crollate le pensioni dei lavoratori dipendenti.

Nel primo semestre 2018 crollo delle pensioni dei lavoratori dipendenti

Infatti, come riporta l'agenzia di informazione Ansa, si è registrata una diminuzione del 24,6 per cento. Nel primo semestre 2018, l'Inps ha liquidato un totale di 228.382 pensioni. L'importo medio mensile dell'assegno pensionistico è pari a 1.084 euro (nel 2017, era stato di 994 euro). Per quanto concerne il primo semestre dell'anno in corso c'è da registrare il fatto che le pensioni liquidate sotto la voce anzianità/anticipate abbiano decisamente superato quelle riguardanti la vecchiaia: in numeri, parliamo di 63.330 pensioni di anzianità/anticipate contro le 58.356 di vecchiaia. L'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale giustifica questi dati con l'innalzamento, per le donne, della soglia per l'accesso pensionistico, oltre al fatto che sono aumentate le uscite anticipate dei lavoratori precoci.

Superamento Legge Fornero, cresce il malumore tra i precoci

Dopo le promesse elettorali di Movimento Cinque Stelle e Lega Nord, c'è molta perplessità tra i lavoratori per il concreto superamento della Legge Fornero. A questo proposito, registriamo le reazioni negative di alcuni precoci di fronte alla volontà della Cgil di riaprire il tavolo di confronto con il Governo sul tema pensioni.

I precoci rinfacciano al segretario Susanna Camusso di non aver fatto nulla nel 2011, quando venne approvata la riforma del lavoro più odiata della storia della Repubblica. C'è chi, addirittura, sospetta che l'obiettivo del sindacato sia quello di far cadere il Governo gialloverde, in quanto la Cgil teme di poter perdere i propri privilegi.

D'altra parte, non mancano neppure le critiche all'esecutivo, colpevole, secondo alcuni, di puntare solamente verso quota 100 e di trascurare quota 41, il vero obiettivo per il quale i lavoratori precoci scelsero di votare Movimento Cinque Stelle e Lega, lo scorso 4 marzo.