In attesa che possa ripartire un confronto sulla riforma delle Pensioni nel suo complesso, i sindacati esprimono preoccupazioni per i tagli degli assegni superiori a 4-5 mila annunciati dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio che domani farà il punto sulle politiche dei suoi dicasteri in commissione Lavoro e previdenza sociale al Senato della Repubblica. Da qui, con la presentazione di un ddl ad hoc, dovrebbe partire il percorso legislativo che dovrebbe portare alla riduzione delle cosiddetta pensioni d’oro. Un provvedimento che Di Maio auspica possa essere già pronto entro l’estate.

Mentre per le altre misure previdenziali previste nel contratto del cosiddetto “governo del cambiamento” – stop legge Fornero, quota 100, proroga Opzione donna e quota 41 – bisognerà attenderà la nuova legge di Bilancio che sarà discussa in autunno.

Pensioni, mentre si attende lo stop alla riforma Fornero ddl per tagli assegni d’oro

Ma sui tagli i sindacati non ci stanno, temono che il governo gialloverde possa tagliare anche le pensioni che non sono da considerarsi d’oro. "Le pensioni non si toccano”, hanno dichiarato ieri, in un comunicato stampa congiunto, Ivan Pedretti, Gigi Bonfanti e Romano Bellissima, rispettivamente segretari generali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil secondo i quali, l’esecutivo guidato dal premier Giuseppe Conte, dovrebbe aprire una confronto con le organizzazioni sindacali per evitare di commettere errori.

“Il governo – scrivono Pedretti, Bonfanti e Bellissima - farebbe bene a fermarsi prima di fare degli errori". La richiesta è quella di non accelerare sui tagli e di "aprire – sottolineano - un confronto serio e di merito con i sindacati". Le proposte del ministro del Lavoro sui tagli alle pensioni d’oro, secondo i tre dirigenti sindacali, rappresentano “un film già visto”.

Il timore è che con la scusa delle pensioni d’oro l’esecutivo possa mettere di nuovo mano agli assegni penalizzando i pensionati "provocando così – evidenziano i leader di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil - l'ennesimo danno a uomini e donne che hanno lavorato per una vita”. Sarebbe dunque una "mazzata" per milioni di lavoratori già beffati dalla tanto contestata legge Fornero sul cui superamento, previsto nel contratto di programma M5s-Lega, il governo continua a prendere tempo.

Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil al Governo Conte: sbagliato fare cassa con le pensioni

Si tratterebbe di un dietrofront, secondo i sindacalisti, rispetto alle misure varate in questi anni in materia previdenziale dal Governo Renzi prima e dal Governo Gentiloni poi. “È un film già visto e sarebbe una clamorosa retromarcia – sottolineano Ivan Pedretti, Gigi Bonfanti e Romano Bellissima - rispetto a quanto fatto in questi ultimi anni". In particolare il riferimento è al potenziamento e all'allargamento della quattordicesima. Come si ricorderà, oltre ad essere aumentata per quelli che già la prendevano, la quattordicesima è stata estesa ai pensionati che percepiscono gli assegni minimi. Le organizzazioni sindacali puntano a un confronto con l’esecutivo.

I segretari di di Spi, Fnp e Uilp fanno sapere che sono pronti a confrontarsi con l'esecutivo. L’obiettivo è quello di evitare errori e soprattutto di evitare che l’esecutivo, così come già avvenuto in passato, possa fare cassa mettendo le mani nelle tasche dei pensionati. Sì al confronto ma assoluta indisponibilità, da parte delle organizzazioni sindacali, a misure che puntano a fare cassa con le pensioni.

Dal taglio degli assegni d'oro il Governo Conte punta a recuperare parte delle risorse necessarie per procedere con il tanto atteso aumento delle pensioni minime, uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 stelle insieme al reddito di cittadinanza e ad altre misure contro la povertà. Una partita complessa quelle sulle pensioni, una partita ancora tutta da giocare.

Qualcosa di più, probabilmente, si riuscirà a comprendere domani nelle comunicazioni del ministro Luigi Di Maio in commissione Lavoro a Palazzo Madama dove illustrerà le linee programmatiche generali dei suoi due dicasteri, quello del Lavoro e quello dello Sviluppo economico.