Dopo la dura critica arrivata dalle pagine del quotidiano "Il Foglio" da parte dell'ex Ministro del Lavoro Roberto Maroni, anche dal leader della Lega Matteo Salvini sembra trapelare contrarietà sul disegno di legge che mira a ricalcolare gli assegni superiori alle 4mila euro al mese. Il malcontento espresso all'interno del Carroccio sarebbe quindi arrivato ad un punto di non ritorno, visto che l'impianto normativo andrebbe a discapito della propria base elettorale. Tra i più colpiti troviamo infatti gli operai, i quadri, i dirigenti del Nord, assieme alle forze dell'ordine.
Mentre dal punto di vista contributivo si finirebbe per penalizzare maggiormente i lavoratori precoci e coloro che hanno iniziato la propria attività in giovane età, usufruendo poi di una pensione d'anzianità. Non sorprende quindi che la Lega pensi ad un correttivo.
Sulle pensioni elevate la Lega punta al contributo di solidarietà
D'altra parte, l'ala leghista della maggioranza avrebbe già la soluzione pronta per ovviare alla situazione. Si tratta del contributo di solidarietà già proposto dall'esperto di settore Alberto Brambilla, che avrebbe innanzitutto la caratteristica di risultare temporaneo (per un periodo utile di tre anni). Un fattore importante, perché consentirebbe di superare indenne eventuali ricorsi e quindi la conseguente verifica da parte della Corte Costituzionale.
In secondo luogo, la misura applicherebbe una trattenuta più diffusa (visto che si andrebbero a colpire gli assegni a partire dalle 2mila euro lorde), ma meno ingente (si parla di pochi euro per gli scaglioni iniziali). Insomma, il provvedimento che verrà effettivamente discusso a settembre nelle aule parlamentari potrebbe essere molto distante dal disegno di legge presentato inizialmente alla Camera.
Resta il fatto che anche per la stessa Inps un ricalcolo totalmente contributivo sulla base della storia lavorativa passata delle persone appare come qualcosa di difficilmente realizzabile, soprattutto per i versamenti effettuati prima degli anni '70. In quel periodo si è infatti passati dalle vecchie marche incollate sui libretti di lavoro ai versamenti automatizzati, dove molti dati vennero persi.
Un problema che venne superato proprio tramite l'applicazione del calcolo retributivo sulle ultime buste paga.
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