Proprio negli ultimi giorni, in un'intervista concessa a Il Sole 24 Ore, Matteo Salvini ha assicurato i lavoratori sull'intenzione di introdurre la pensione anticipata a quota 100 "per tutti", senza l'età minima. L'obiettivo principale, per il ministro dell'Interno, è quello di riformare le Pensioni della Fornero. "Con la pensione a quota 100 da subito, ovvero dal 2019 - ha affermato Salvini - non solo si creerebbe equità tra i pensionati, ma si favorirebbe l'occupazione". E in questa direzione va il taglio del cuneo fiscale, una delle ipotesi sulla quale sta lavorando il Governo Conte.
Ma nella prossima legge di Bilancio non conteranno solo i numeri. Secondo Salvini, prima si inseriranno i contenuti e poi si faranno i conti. Ma non verranno sforati i vincoli del deficit di Bilancio. Intanto, però, resta in bilico la situazione dei lavoratori precoci, in attesa della quota 41, mentre sulla quota 100 occorre valutare la platea dei possibili beneficiari. Meno rigidi sono i vincoli della misura di pensione, più sono le decine o centinaia di migliaia di lavoratori attese per la pensione. Ma, inevitabilmente, più cresce il conto sul bilancio statale.
Pensione anticipata a quota 100 e precoci quota 41: requisiti età e contributi, le ipotesi
Proprio la pensione anticipata dei precoci a quota 41 è passata, nel frattempo, in secondo piano rispetto al più ampio meccanismo della quota 100 e del ritorno alle pensioni di anzianità, con la somma tra età e contributi.
La ragione è da ricercarsi proprio nel continuo ricalcolo dei possibili beneficiari della quota 100, con l'introduzione di possibili paletti che possano escludere dall'uscita anticipata fasce di lavoratori e, dunque, alleggerire il costo per il bilancio totale. Tanto è vero che sulla Repubblica di ieri, 6 settembre 2018, si fa il punto sull'ipotesi di uscita a quota 100, un pensionamento possibile, ma pieno di ostacoli che non fanno ben sperare.
Rispetto alla quota 100 per tutti rilanciata da Salvini con una spesa stimata tra i 6 e gli 8 miliardi di euro, i precedenti calcoli avevano indicato un esborso di oltre 14 miliardi di euro per circa 750 mila lavoratori. Troppi per fare uscire tutti i quota 100 nella legge di Bilancio 2019, tanto è vero che l'esperto di pensioni della Lega, Alberto Brambilla, aveva poi anticipato l'introduzione dell'età minima di 64 anni.
Con questa correzione, Repubblica stima in 600 mila lavoratori la platea dei possibili pensionati del prossimo anno. Ma si tratta di una spesa ancora troppo elevata, quantificabile in 10-12 miliardi di euro.
Pensioni anticipate a quota 100: oltre ai precoci con quota 41, penalizzata uscita Ape social
L'ultima ipotesi di pensione anticipata a quota 100 è quella che dovrebbe essere presentata la prossima settimana al tavolo del Governo Conte per la discussione nella legge di Bilancio 2019. Oltre all'età minima di 64 anni, la quota 100 prevederebbe un massimo di 2 anni di contributi figurativi e il ricalcolo, penalizzante, al sistema contributivo delle future pensioni. Con questi paletti, la spesa scenderebbe drasticamente a 3 miliardi, con un numero totale di uscite pari a 220 mila lavoratori.
Ma a rimetterci potrebbero essere i precoci che attendevano la quota 41 (in realtà, quota 41,5 dato l'avanzamento di 5 mesi previsto dal 2019 delle pensioni anticipate e di vecchiaia della riforma Fornero) che dovranno attendere i futuri provvedimenti per arrivare all'uscita con i soli contributi e a zero paletti. La versione in vigore della quota 41 dei precoci, elaborata dai precedenti governi, è un percorso ad ostacoli che ne limita fortemente la possibilità di uscita. Infine, l'introduzione della pensione anticipata a quota 100, piatto forte di Matteo Salvini e di Luigi Di Maio, si pone, inevitabilmente, al confronto con l'Ape social ancora in vigore in via sperimentale fino al 31 dicembre 2018.
In caso di mancata o di parziale proroga al 2019 dell'anticipo pensionistico, alcune categorie di lavoratori (anche in questo caso si tratta di un percorso ad ostacoli) rischierebbero di poter perdere la possibilità di uscita con quota 93, all'età minima di 63 anni. Ad oggi, secondo i calcoli di Repubblica, sarebbero fino a 50 mila i lavoratori dei settori gravosi, i disoccupati, i caregivers e i contribuenti invalidi a rischiare la mancata uscita anticipata nel prossimo anno.