Dopo la pausa estiva si rientra nel vivo della discussione relativa alle misure previdenziali che il Governo dovrebbe inserire nella legge di Stabilità. Il punto di partenza è sempre quota 100, la misura di flessibilità pensionistica che l’Esecutivo avrebbe intenzione di varare nella manovra finanziaria di fine anno. In cantiere non c’è solo questa misura, perché le continue indiscrezioni e dichiarazioni dei soggetti che stanno lavorando a questo primo step della riforma pensionistica, dimostrano come il lavoro sia a più ampio raggio. Il Presidente del Centro Studi Itinerari Previdenziali, Alberto Brambilla in una intervista a “Labitalia”, di cui fornisce notizia il settimanale Panorama, ha illustrato la sua personale idea di riforma, da quota 100 ai precoci ed alle donne lavoratrici.

Anche Di Maio ha riproposto all’attenzione il tema dei lavoratori con 41 anni di attività che meriterebbero di andare in pensione. Nel frattempo, la Lega oggi ha previsto un incontro di partito con argomento centrale la quota 100 nella versione di Matteo Salvini, quella senza paletti e vincoli. Ecco il punto della situazione con gli ultimi aggiornamenti dalle stanze del Governo.

Si parte dagli over 64

Negli ultimi giorni Salvini ha fatto discutere un po’ tutti e non solo per le vicissitudini di cronaca del suo partito, ma anche per le Pensioni. Infatti il Ministro dell’Interno qualche giorno fa pubblicamente ha dichiarato come nella prossima legge di Bilancio potrebbe entrare la quota 100 senza paletti e vincoli come impostata ai tempi della campagna elettorale.

In barba al costo elevato ed insostenibile che avrebbe la misura, Salvini continua a reputare la misura senza paletti assolutamente fattibile. Tutti coloro che raggiungono la quota sommando età e contributi potrebbero lasciare il lavoro già nel 2019. Alberto Brambilla, soggetto vicino alla Lega ed a cui si devono gli ultimi programmi previdenziali del partito di Salvini, come riporta Panorama, sembra non essere del tutto d’accordo con il Vice Premier.

Nell’intervista a Labitalia, Brambilla ha di fatto confermato come la quota 100 debba essere limitata solo a soggetti con almeno 64 anni di età. I contributi previdenziali utili dovranno essere tra i 34 (per un sessantaseienne) ed i 36 e la pensione deve essere calcolata con il metodo contributivo. Oltre alla pensione con quota 100, l'economista ha lasciato trapelare che per i lavoratori precoci e le donne, potrebbero esserci degli sconti sull'età di pensionamento rispetto ai requisiti di oggi.

In pratica, secondo Brambilla sconti potrebbero essere riservati a lavoratori precoci e donne con prole in relazione agli anni di uscita dal lavoro. Inoltre, per quanto concerne l’Ape sociale, la proroga della sperimentazione in scadenza il 31 dicembre 2018 è da escludere. Piuttosto, sempre secondo l’economista (che tra l’altro è uno dei papabili candidati alla successione di Tito Boeri all’Inps), bisogna creare una misura in sostituzione dell’Ape sociale, che preveda la stessa platea di beneficiari, ma che si colleghi ad un fondo per gli esuberi aziendali, sulla falsariga del fondo bancari che dal 2000 ad oggi ha pensionato oltre 62mila lavoratori del settore bancario.

Pensioni: giornata importante oggi 11 settembre

Dopo le vacanze si torna a fare sul serio per quanto concerne il lavoro sulla legge di Bilancio che ad ottobre dovrebbe essere presentata dall’esecutivo. La Lega come detto oggi ha in agenda un summit sulle pensioni e l’attesa per quanto uscirà dall’incontro, dopo le parole di Salvini sulla quota 100 libera da paletti e limitazioni è davvero tanta. Anche il leader del M5S, Luigi Di Maio ha ribadito che una delle priorità del governo resta il superamento della Legge Fornero e nella legge di Bilancio le pensioni saranno protagoniste, con la quota 100 ma anche con la pensione di cittadinanza. Per quest’ultimo punto, da metà 2019 il Movimento 5 Stelle punta ad erogare a tutti i pensionati sotto la soglia della povertà, la ormai famosa pensione minima a 780 euro al mese.

Oltre alla quota 100 Di Maio ha ribadito che l’attenzione dell’esecutivo è rivolta anche a quei lavoratori che hanno maturato un'anzianità contributiva di 41 anni e che hanno iniziato a lavorare da giovani, i cosiddetti precoci. Una conferma che dovrebbe tranquillizzare i lavoratori precoci per la misura che sta tanto a cuore a molti, quella quota 41 che diventerebbe la nuova pensione di anzianità del sistema previdenziale.