Non esiste ancora il testo finale con le misure normativizzate sul reddito di cittadinanza. Tuttavia, il Movimento Cinque Stelle già depositava in Parlamento, durante la passata legislatura, il Disegno di Legge "Catalfo" sul Reddito di Cittadinanza (D.D.L. n. 1148 del 2013).
Le aspettative promananti da una folta platea di possibili "fruitori" sono molto elevate, ed è per questo che un esame obiettivo della possibile normativa, così come promanante da quel Disegno di Legge iniziale, si rende quanto meno doveroso, al fine di circostanziare la misura voluta dall'attuale Esecutivo.
La verifica della normativa
Il reddito di cittadinanza garantisce al beneficiario, qualora sia unico componente di un nucleo familiare, il raggiungimento, anche tramite integrazione, di un reddito annuo netto calcolato secondo l’indicatore ufficiale di povertà monetaria dell’Unione europea, pari ai 6/10 del reddito mediano equivalente familiare, quantificato, per l’anno 2014, in euro 9.360 annui ed in euro 780 mensili. Se si tratta di nucleo familiare, a due adulti senza figli spettano 1.170 euro al mese (14.040 euro annui); un adulto con un figlio minore di 14 anni avrà 1.014 euro al mese (12.168 euro l’anno); due adulti con due figli sotto i 14 anni otterranno 1.638 euro al mese (19.656 euro l’anno); a due adulti con tre figli spetteranno 22.464 euro l’anno.
I requisiti per fruire del reddito di cittadinanza sono la maggiore età, lo stato di disoccupazione o inoccupazione, l'avere un reddito inferiore alla soglia di povertà stabilita dall'Istat, l'esser residente in Italia da almeno dieci anni.
Per poter conservare il reddito di cittadinanza, occorre anzitutto l'iscrizione al centro per l'impiego; il disoccupato in quella sede, dopo primo colloquio di orientamento, dovrà accettare espressamente di essere avviato a un progetto individuale di inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro.
Ogni fruitore del reddito di cittadinanza dovrà offrire otto ore settimanali di lavoro, per progetti e lavori socialmente utili, a titolo di "volontariato"; dovrà inoltre frequentare corsi di qualificazione o riqualificazione professionale, sostenendo anche eventuali prove di selezione, sempre al fine di agevolare il proprio reinserimento (o primo inserimento).
Tutti i percettori del reddito di cittadinanza debbono comunicare tempestivamente ogni variazione di reddito e sarà obbligatorio accettare una delle prime tre offerte di lavoro pervenute.
Un passaggio nel testo del Disegno di Legge appare non particolarmente comprensibile: il beneficiario del reddito di cittadinanza, al fine di poter mantenere i benefici, è tenuto ad accettare proposte di lavoro anche in deroga a quanto statuito, qualora sia trascorso un anno di iscrizione al centro per l’impiego e il medesimo beneficiario non abbia accettato nessuna proposta di lavoro. In pratica, parrebbe che, se nel corso dell'anno dall'iscrizione al centro per l'impiego, sia stata formulata una sola proposta, il beneficiario dovrà accettare in ogni caso la seconda proposta al medesimo pervenuta.
Si auspica maggior chiarezza su questo punto.
Inoltre il disoccupato sarà tenuto ad effettuare la ricerca di un lavoro per almeno due ore al giorno; va chiarito che non è possibile recedere da un contratto di lavoro senza giusta causa per due volte in un anno. Sono esentate dall'obbligo della ricerca del lavoro le madri, fino al compimento del terzo anno di età dei figli, ovvero, in alternativa, i padri, su specifica richiesta o comunque nel caso di nucleo familiare monoparentale.
Non occorrerà presentare domanda; l'erogazione sarà automatica
Il reddito di cittadinanza verrà erogato in via automatica (probabilmente dall'INPS); quindi non occorrerà alcun accesso presso uffici pubblici al fine di formalizzare la relativa domanda e farla protocollare.
Gli importi saranno accreditati su una “carta di cittadinanza”, ossia uno strumento di pagamento elettronico ad hoc, diverso dal bancomat. L’utilizzo di questa specifica “carta” sarà vincolato all'acquisto di beni di prima necessità e prodotti in Italia.
Il progetto del Governo prevede l'erogazione del reddito di cittadinanza per massimo tre anni, in favore degli aventi diritto.