Le Pensioni con la quota 100 del Governo Conte destinate all’insuccesso come l’Ape volontaria del Governo Renzi. E’ ancora tutto da capire il destino della nuova misura previdenziale che troverà spazio nella legge di Bilancio 2019 e che sembra ridimensionata rispetto alle attese di migliaia di lavoratori. Potrà uscire dal lavoro con la nuova norma soltanto il 60 o il 70% dei lavoratori interessati. La platea dei beneficiari risulterebbe così inferiore rispetto a quanto promesso inizialmente del governo. Sono queste le stime di cui ha parlato il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali Claudio Durigon in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Il governo gialloverde punta in questo modo a risparmiare 2 miliardi almeno; risorse che, qualora la situazione non dovesse procedere nel migliore dei modi, potrebbero essere poi utilizzate per ridurre il deficit.
Pensioni, il punto sulla nuova quota 100
Sono 7 i miliardi stanziati nella manovra per la quota 100 che consente ai lavoratori di andare in pensione a 62 anni con 38 anni di contributi, quindi non un quota 100 senza paletti come era stato originariamente ipotizzato dall’esecutivo guidato dal premier Giuseppe Conte e in particolare dal vicepremier leghista Matteo Salvini che si batte per l’abolizione della legge Fornero. Nelle casse dello Stato, però, potrebbe restare qualche risorsa.
Secondo quanto spiega il sottosegretario leghista Durigon la quota 100, di fatto, dovrebbe costare meno del previsto in quanto non tutti i lavoratori interessati, che sarebbero 400mila come afferma l’esponente del governo, la utilizzeranno per uscire in anticipo dal lavoro. "E’ ragionevole – ha detto Durigon - che con il blocco del cumulo solo il 60-70% degli interessati andrà in pensione, vuol dire – ha spiegato l’esponente dell’esecutivo gialloverde - che la misura costerà due miliardi in meno".
Intervento del sottosegretario Durigon
Nella legge di Bilancio 2019, in materia pensionistica, trovano spazio anche la proroga del regime sperimentale di Opzione donna per la pensione anticipata delle lavoratrici e le pensioni di cittadinanza, ovvero l’aumento degli assegni minimi a 780 euro al mese, una delle misure simbolo del Movimento 5 stelle guidato da Luigi Di Maio.
“Dopo aver tagliato i vitalizi, con la manovra ci sarà il taglio alle pensioni d’oro”, ha ribadito ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dal palco del Circo Massimo dove è andata in scena la kermesse politica Italia a 5 stelle. Ma sull'entità del taglio non c'è ancora l'intesa tra Lega e Movimento 5 stelle.