Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 6 ottobre 2018 vedono riaccendersi lo scontro tra Italia e UE in merito alle proiezioni economiche della Manovra, mentre dal Governo si confermano le coperture per la quota 100 ed il reddito di cittadinanza. Tra queste misure, i lavoratori precoci vedono allontanarsi la probabilità di un contemporaneo avvio della quota 41, destinata al rinvio. Nel frattempo dall'opposizione arrivano dure critiche verso l'impostazione della NaDef, mentre i sindacati chiedono di riformare le pensioni per cambiare profondamente la legge Fornero.

L'UE boccia il DEF mentre si confermano le stime su Quota 100 e reddito di cittadinanza

Si riaccende lo scontro tecnico tra Italia e Unione Europea in merito alle cifre indicate all'interno del DEF. Da Bruxelles arriva infatti una bocciatura, con una lettera scritta dai Commissari Moscovici e Dombrobskis che in breve tempo ha fatto il giro dei principali media. "I target di bilancio rivisti sembrano, ad una prima vista, puntare ad una deviazione significativa dal percorso raccomandato dal Consiglio. Questa è una fonte di seria preoccupazione", spiegano i due tecnici europei. Dichiarazioni che sono state interpretate da molti come una vera e propria bocciatura, mentre dalla Presidenza del Consiglio si smentisce questa versione e si annuncia la volontà di avviare un dialogo costruttivo.

Resta il fatto che sempre nella giornata di ieri sono arrivate le conferme del Governo italiano in merito alle risorse che saranno impiegate per il welfare e la previdenza. In particolare, si indicano 9 miliardi di euro per il reddito e gli assegni di cittadinanza, mentre la quota 100 sarà finanziata con altri 7 miliardi. Sembra però ormai destinata ad un rinvio la quota 41, che slitterebbe quindi alla prossima Manovra, stante che una sua approvazione avrebbe di fatto pesato in modo non sostenibile sui costi.

Borghi: sulle pensioni minime ci saranno certamente dei paletti

Nella giornata di ieri il Presidente della Commissione bilancio della Camera è tornato a parlare di assegni minimi, fornendo alcuni importanti aggiornamenti in merito alle regole di funzionamento. Da gennaio 2019 le pensioni minime saranno innalzate a 780,00 euro, ma "bisognerà vedere le caratteristiche delle singole persone.

Faccio un esempio, se danno l'aumento a mia mamma la fanno contenta, ma non so se è bisognosa avendo un marito che ha una buona pensione. Ci saranno certamente dei paletti". Sembra quindi probabile che anche in questo caso possa essere applicato un meccanismo simile a quello indicato per il reddito di cittadinanza, ad esempio tramite l'ISEE. Ed infatti Borghi prosegue spiegando che "non si possono dare 780 euro di pensione a chi magari ha vinto la lotteria o ha da parte di due milioni di euro".

Brunetta (Forza Italia): NaDef fuori da ogni logica

Dall'opposizione arriva una forte critica alla nota di aggiornamento al Def. "Siamo all'economia di Mandrake" ha spiegato l'On. Renato Brunetta, Responsabile per il dipartimento di economia politica di Forza Italia.

"Leggendo il testo della NaDEF, realizziamo purtroppo che siamo nelle mani di veri e propri buoni a nulla, ma capaci di tutto. Il nuovo quadro programmatico è, infatti, completamente al di fuori di ogni logica economica". Secondo il parlamentare, il deficit non scenderà e le previsioni già ritenute "iper ottimistiche" verranno sorpassate "facendo aumentare il rapporto debito - pil". In merito poi ai sussidi in preparazione, Brunetta ritiene "incredibile vedere come il Governo pretenda di voler far credere che misure di mero aumento di spesa corrente, come quelle per il reddito di cittadinanza e le pensioni, pari a poco più di 15 miliardi di euro, possa provocare un aumento di Pil di oltre 20 miliardi".

Proietti (UIL): serve continuare a riformare profondamente le pensioni

Anche dai sindacati emerge un nuovo richiamo alla prossima Manovra ed alla necessità di prevedere al suo interno dei provvedimenti di ripensamento del sistema previdenziale. "La prossima Legge di bilancio deve continuare a cambiare profondamente la legge Fornero" ha spiegato il Segretario Confederale della Uil Domenico Proietti, ricordando che "serve introdurre una piena flessibilità di accesso per tutti i lavoratori tra i 62 e i 63 anni" mentre i "41 anni di contribuzione devono bastare per andare in pensione a prescindere dall'età". Ma al contempo "si deve completare la salvaguardia di tutti gli esodati e prorogare opzione donna", oltre che "eliminare tutte le disparità di genere che ancora penalizzano le donne, valorizzando il lavoro di cura". Non manca poi la necessità di sostenere i futuri assegni dei giovani, soprattutto per quanto concerne le carriere precarie.