Il primo passo per la realizzazione della riforma Pensioni è quota 100, ma lo step finale sarà la possibilità di andare in pensione con 41 anni di anzianità. Lo ha dichiarato Matteo Salvini, ospite alla trasmissione W l'Italia in onda su Rete 4. Il leader della Lega Nord ha inoltre parlato delle risorse economiche che verranno destinate nel 2019 alla nuova forma di pensione anticipata, ripetendo quello che aveva già sostenuto nell'intervista rilasciata in mattinata alla trasmissione radiofonica Radio Anch'io. Le parole del vicepremier vanno a riempire il vuoto avvertito in questi primi mesi di governo dai lavoratori precoci, categoria che per anni si è battuta per l'accesso alla pensione dopo 41 anni di lavoro.

Quota 100 per 400 mila lavoratori nel 2019

Durante l'intervista a W l'Italia, Salvini ha confermato i numeri associati al pensionamento con quota 100. Il provvedimento offrirà a 400 mila lavoratori la possibilità di uscire anticipatamente dal lavoro, il cui posto sarà reso disponibile ai giovani di età compresa tra i 20 e 30 anni attualmente senza lavoro e in cerca di un'occupazione stabile. Per quanto riguarda invece la spesa che lo Stato dovrà sostenere per agevolare la flessibilità pensionistica, nella prima parte della giornata a Radio anch'io il numero uno del Carroccio ha affermato che in manovra saranno destinati al provvedimento tra i 7 e gli 8 miliardi di euro. Inoltre, il ministro dell'Interno ha quantificato in 16 miliardi di euro la portata complessiva della manovra finanziaria per il prossimo anno, sottolineando come gli altri 8-9 miliardi andranno a finanziare il reddito di cittadinanza.

Come detto però, quota 100 deve intendersi soltanto come step iniziale per il superamento della legge Fornero.

Quota 41 obiettivo finale

Matteo Salvini non ha dimenticato la quota 41, la misura con cui si dovrà superare definitivamente la riforma Fornero e contenuta nel contratto di governo accanto a quota 100. Si tratta di un provvedimento che consentirebbe l'accesso alla pensione senza penalizzazioni dopo il raggiungimento dei 41 anni di anzianità contributiva, chiesto a più riprese dai lavoratori precoci, dalle persone cioè che vantano almeno un anno di contributi al compimento dei 19 anni di età anagrafica e non possono andare in pensione nonostante abbiano raggiunto e superato i 40 anni di lavoro.

"L'obiettivo finale è quota 41", ha detto Salvini in riferimento alla riforma previdenziale del governo Movimento 5 Stelle-Lega Nord, rimarcando così il progetto di mandare in pensione anche chi è stato al lavoro per più di 40 anni. I lavoratori che oggi scelgono di andare in pensione con l'anzianità contributiva devono attendere il raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi (uomini) e 41 anni e 10 mesi di contributi (donne).

L'aumento dell'aspettativa di vita sposterà i requisiti attuali di 5 mesi in avanti. Nel 2019 quindi occorreranno 43 anni e 3 mesi (un anno in meno per le donne) per poter accedere al pensionamento con i soli contributi.