Il nuovo meccanismo di pensionamento anticipato tramite la quota 100 continua a restare uno dei punti più discussi della legge di bilancio 2019. D'altra parte, la questione appare particolarmente delicata visto che l'esecutivo ha basato una parte importante della propria campagna elettorale proprio sul superamento della legge Fornero. Un obiettivo sul quale si inizia a lavorare con un meccanismo che dovrebbe coinvolgere inizialmente fino a 400mila lavoratori, ma che desta allo stesso tempo malumore tra gli esclusi e preoccupazione tra i tecnici, i quali mettono in risalto i rischi sulla tenuta dei conti previdenziali.

Pensioni anticipate e Manovra 2019: per Boeri serve un ripensamento profondo

Stante la situazione appena descritta, è dall'Inps che arrivano alcune delle dichiarazioni più preoccupate in merito all'impatto che il nuovo meccanismo di uscita dal lavoro potrebbe avere sui conti pubblici. Se è vero che il Governo giallo-verde ha manifestato l'intenzione di inviare all'Unione Europea il documento senza apportare modifiche importanti, dall'altra parte il Presidente del primo istituto previdenziale italiano mette ancora una volta in dubbio le coperture. La nuova Manovra "più che riscriverla, bisogna scriverla" evidenzia Tito Boeri durante un intervento rilasciato per il telegiornale di Rai 1, "perché attualmente non c'è proprio niente, c'è soltanto un fondo, ci sono delle risorse, ma non c'è scritto assolutamente nulla su ciò che deve essere fatto".

Le prospettive di applicazione della quota 100

Particolarmente critica è poi l'opinione del Presidente Inps in merito all'avvio della nuova quota 100. Un'opzione che non apporta modifiche importanti, visto che molti lavoratori riescono già ad ottenere la quiescenza attualmente attorno ai 62 o 63 anni di età. L'esempio è quello del settore privato, dove nel 2019 l'Istituto pubblico di previdenza stima un'età media di uscita di 62 anni e 5 mesi.

Boeri indica quindi che la realizzazione di una quota 100 "che quota 100 non è", potrebbe comunque coinvolgere moltissimi impiegati della pubblica amministrazione con Pensioni lorde di 30000 euro. Persone che non rientrano all'interno delle cosiddette categorie deboli, mentre altri lavoratori che vivono situazioni più difficili rischiano di restare esclusi. Insomma, oltre alla tenuta dei conti emerge anche il dubbio sull'effetto della misura, visto che l'obiettivo dichiarato è stato quello del ripristino di una maggiore equità sociale.