Il ministro Marco Bussetti ci prova ed annuncia l'intenzione di questo nuovo governo: ultimare la procedura delle immissioni in ruolo entro la fine del mese di luglio 2019. Una missione che sembra molto difficile da portare a termine, ma il ministro è pronto a raggiungere questo obiettivo per avere tutto pronto già all'inizio dell'anno scolastico.

Immissioni in ruolo: ecco come avverranno

L'intenzione sembra esserci, ma le tempistiche ristrette e la burocrazia fanno pensare che l'obiettivo sarà molto difficile da raggiungere. La procedura per le immissioni in ruolo del prossimo anno sarà sempre la stessa e prevede che il cinquanta per cento dei posti saranno riservati agli aspiranti inclusi nelle GaE (graduatorie ad esaurimento), l'altro cinquanta per cento invece ai vincitori di concorso, sia di Scuola dell'infanzia e primaria che della scuola secondaria di primo e secondo grado.

Riguardo i concorsi vi sono le graduatorie di merito del 2016 e quello del 2018 riservato ai docenti abilitati. L'operazione si svolgerà anche per accantonare i posti del FIT ed evitare che alcuni docenti di ruolo ritornino in mobilità. Si presume che rientreranno anche i docenti del concorso per la scuola dell'infanzia e della primaria che è stato approvato nel mese di novembre dove l'iscrizione è ancora possibile ed è entro il 12 dicembre.

Il ministro Bussetti a Il Giorno: 'Velocizzare immissioni in ruolo e più insegnanti di sostegno'

Il ministro Marco Bussetti è stato intervistato dal giornale Il Giorno affrontando il caldo e problematico tema della scuola. Ha lanciato la sfida delle immissioni in ruolo da graduatoria ad esaurimento e da concorso con le procedure da svolgersi entro fine luglio ed ha ribadito che ci sono ancora pochi insegnanti di sostegno.

Secondo un piano di formazione, nel triennio verranno formati quarantamila docenti di sostegno riuscendo a superare il problema della mancanza di personale specializzato a scuola. Con le nuove immissioni in ruolo ci sarà l'obbligo della permanenza di cinque anni prima di potersi spostare in altra sede in tutta Italia. Questa strategia, secondo il ministro, risolverà il problema delle cattedre che rimangono vuote e che adesso creano non pochi problemi nell'avvio dell'anno scolastico.

L'anno scolastico è iniziato da poco e il nuovo governo si trova a dover affrontare i tanti problemi che affliggono il mondo della scuola.