Arrivano le ultime novità sulle Pensioni anticipate a quota 100 per i dipendenti statali e privati in uscita nel 2019 e negli anni successivi. Dalle limature al testo di riforma delle pensioni emerso dall'incontro avvenuto venerdì scorso tra i tecnici del Governo Conte e l'Inps, sono stati sciolti gli ultimi nodi relativi alle pensioni a quota 100: confermati i requisiti minimi di uscita a 62 anni e con 38 di contributi, le novità riguardano le finestre di uscita per il 2019 e 2020 e il divieto di cumulo che, da fisso, diventerà flessibile in rapporto al numero di anni di anticipo.

Pertanto, sono state confermate le finestre di uscita differenziate tra i lavoratori del settore pubblico e privato, con il preavviso di sei mesi per gli statali, ma questo meccanismo avrà durata limitata.

Pensioni anticipate con quota 100: ultime novità oggi sulle finestre, uscita aprile e ottobre 2019

Infatti, come si legge su Il Messaggero, dall'incontro che si è tenuto venerdì tra Governo e Inps sulle ultime limature alle pensioni anticipate con quota 100, è stato delineato il calendario delle uscite dei lavoratori: i dipendenti privati avranno il primo assegno di pensione con la quota 100 ad aprile 2019 (per chi nel frattempo avesse maturato i requisiti di uscita), mentre per i dipendenti statali occorrerà dare un preavviso di sei mesi, ragione per la quale i primi dipendenti del pubblico impiego ad uscire con quota 100 sono previsti solo ad ottobre 2019.

Tuttavia, il meccanismo delle finestre, in base alle anticipazioni del quotidiano romano, resterà in vigore solo negli anni 2019 e 2020. Come ha spiegato Claudio Durigon, sottosegretario al ministero del Lavoro, la differenziazione tra lavoratori privati e pubblici in merito alle pensioni a quota 100, con i sei mesi di preavviso per gli statali, durerà per due anni, il tempo necessario affinché il ministero della Funzione pubblica possa organizzare i concorsi ed evitare carenze di personale nell'organico della Pubblica Amministrazione.

In base allo stesso ragionamento, dovrebbe essere applicata la deroga di due anni per i dipendenti statali che raggiungano l'età per essere collocati a riposo. Attualmente, le amministrazioni pubbliche procedono con la messa a riposo dei dipendenti statali al compimento dei 65 anni: la sospensione dell'età ordinamentale dovrebbe consentire di allungare la carriera di molti dipendenti del pubblico impiego ed assicurare il ricambio generazionale in maniera più flessibile, in attesa dunque dei nuovi flussi in entrata tramite Concorsi Pubblici.

Pensione anticipata quota 100: divieto flessibile cumulo per privati e statali in uscita nel 2019

Novità arrivano anche in merito al divieto di cumulo dei redditi per i dipendenti statali e privati che dovessero andare in pensione anticipata con la quota 100. Nelle precedenti ipotesi formulate, l'anticipo di uscita determinava una soglia fissa (di 36 mesi, secondo l'ultima proposta arrivato al tavolo della riforma delle pensioni) che dovrebbe essere superata dal divieto di cumulo "flessibile". Il meccanismo è molto semplice: chi dovesse anticipare la pensione con la quota 100 non potrà cumulare l'assegno di pensione con un reddito da lavoro per il periodo corrispondente alla durata dell'anticipo stesso.

In altre parole, i lavoratori in uscita a quota 100 con 12 mesi di anticipo rispetto alle pensioni di vecchiaia non potranno cumulare i redditi per lo stesso periodo, ovvero 12 mesi, per chi esca 24 mesi prima il divieto di cumulo sarà di 2 anni; con 36 mesi di anticipo il cumulo sale a tre anni e con 48 mesi non si potrà lavorare per 4 anni, fino ad arrivare all'anticipo massimo delle pensioni a quota 100, ovvero i 5 anni per i lavoratori in uscita a 62 anni.