Con il Consiglio dei Ministri di ieri sera il Governo approva un importante pacchetto di misure per il comparto previdenziale, che non prevede solo l'avvio della quota 100, ma anche la proroga di meccanismi di tutela resi disponibili all'interno dell'ordinamento negli anni passati. E' il caso della cosiddetta opzione donna, un meccanismo di prepensionamento pensato in modo specifico per la platea femminile e che consente il prepensionamento a patto di accettare una decurtazione sull'assegno, in virtù dell'applicazione del ricalcolo contributivo puro.

Come funziona la nuova proroga dell'opzione donna

Stante il quadro generale appena descritto, la proroga dell'opzione donna garantirà per tutto il 2019 l'uscita dal lavoro alle lavoratrici che avranno maturato almeno 58 anni di età e 35 anni di versamenti al 31 dicembre del 2018, mentre servirà un anno in più (59 anni) qualora si abbiano contributi riferibili anche al lavoro autonomo. A questi elementi bisogna poi aggiungere la presenza di una finestra d'attesa di 12 mesi al fine di ricevere il primo assegno dall'Inps per le lavoratrici del settore privato. La stessa finestra si estende poi a 18 mesi per le autonome. Per poter fare un raffronto, ricordiamo anche che i requisiti della sperimentazione precedente seguivano quanto indicato nella legge 243 del 2004 e prevedevano 57 anni di età (un anno in più per le autonome) e 35 anni di versamenti.

L'attesa per il testo integrale ed i calcoli di convenienza sul contributivo puro

La notizia della proroga di opzione donna appare importante per molte lavoratrici che desideravano poter avere una possibilità in più di uscita a partire dai 58 anni di età, seppure con una perdita piuttosto pesante sul valore dell'assegno erogato dall'Inps.

Al momento si è ancora in attesa di poter vedere pubblicato in Gazzetta Ufficiale il testo definitivo del decreto, ma i dati comunicati rappresentano sicuramente una conferma rispetto ai timori circolati nelle ultime settimane sull'eventuale presenza di requisiti maggiormente stringenti. Per quanto riguarda i prossimi passaggi al fine di poter inoltrare la propria domanda di pensionamento, bisognerà ora attendere la circolare dell'Inps nella quale verranno date le indicazioni operative su come preparare la pratica.

A quel punto sarà possibile inoltrare la richiesta di direttamente all'Inps oppure tramite il proprio patronato di fiducia. Il ricorso a quest'ultimo resta comunque consigliato, se non altro per poter procedere nelle varie simulazioni e prendere una decisione con cognizione di causa visto che la perdita sul valore del futuro assegno appare irreversibile.