Arrivano novità dall'ultima revisione della Manovra economica dell'altro ieri in merito alla pensione anticipata a quota 100: il Governo Conte ha rivisto al ribasso gli stanziamenti per le Pensioni del 2019, con una quota che scende dai 6,7 miliardi di euro ai quattro miliardi. Una sforbiciata di 2,7 miliardi che, in ogni modo, dovrebbe permettere a centinaia di migliaia di lavoratori di andare in pensione anticipata qualche anno prima, senza dover attendere le pensioni di vecchiaia, in aumento nel 2019 a 67 anni di età. Tuttavia, nel prossimo anno i lavoratori prossimi all'uscita avranno anche la possibilità di scegliere la pensione anticipata con i requisiti della riforma Fornero e senza gli adeguamenti alla speranza di vita programmati anzitempo.

Pensione anticipata, ultime novità oggi su quota 100: età, contributi e confronto pensioni Fornero

Infatti, le pensioni a quota 100 andranno a collocarsi direttamente a confronto con i requisiti della pensione anticipata a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41,10 per le donne, già previsti dalla riforma Fornero. Dunque, la scelta sarà tra i soli contributi maturati nella propria carriera lavorativa e la quota 100 che prevede la somma tra età minima di 62 anni e contributi per almeno 38 anni. Il Governo Conte ha previsto che nei quattro miliardi di euro stanziati per la riforma delle pensioni a quota 100 usciranno circa 315 mila lavoratori nel solo 2019, pari all'85 per cento dei contribuenti rientranti nei requisiti.

Nel calcolo sono compresi, secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore di oggi, 160 mila lavoratori della Pubblica Amministrazione e della Scuola. Le cifre sono al ribasso rispetto alle precedenti previsioni dettate da Matteo Salvini (350 mila lavoratori in uscita) perché non tutti i potenziali beneficiari potrebbero scegliere la quota 100 a causa del disincentivo del divieto del cumulo fino ad un massimo di cinque anni e per redditi calcolati sopra i 5 mila euro.

Pensioni anticipate, uscita a quota 41 dei precoci in sostituzione della quota 100 dal 2022

La pensione anticipata a quota 100 sarà, tuttavia, una misura transitoria che dovrebbe durare fino al 2021. Infatti, come confermato dal quotidiano economico, a partire dal 2022, nelle intenzioni del Governo ci sarebbe la sola quota 41, originariamente dei lavoratori precoci, allargata a tutte le fasce lavorative.

La misura non terrebbe conto del requisito dell'età di uscita ed, inoltre, non prevederebbe i paletti che l'attuale quota 41 dei precoci pone ai contribuenti per le condizioni lavorative personali (uguali a quelle dell'Ape social) e per l'anno di contributi versato prima dei 19 anni. Tuttavia, nella Manovra economica ritoccata negli ultimi giorni, le novità non riguardano solo la pensione anticipata a quota 100, ma anche i lavoratori che sono già in pensione. Infatti, ancora una volta si prevede di mettere mano al meccanismo di indicizzazione delle pensioni, con l'adeguamento degli assegni previsto solo per i mensili fino a 1.530 euro lordi, ovvero fino al triplo delle pensioni minime. Per le pensioni più elevate non ci sarà l'adeguamento all'inflazione, con risparmio per le casse dello Stato stimato in 253 milioni nel 2019, 745 milioni nel 2020 e 1.228 milioni nel 2021.

Infine, è stato confermato il prelievo di solidarietà per le pensioni più elevate, ovvero quelle a partire dai 100 mila euro lordi annui (e non 90 mila), corrispondenti ad assegni di almeno 5 mila euro mensili. I prelievi si effettueranno mediante percentuali dal 15 al 40 per cento sugli assegni superiori ai due scaglioni dei 100 mila e dei 500 mila euro lordi annui.