La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto riguardante l'avvio delle pensioni anticipate tramite la quota 100 è attesa a giorni, ma dal Governo continuano ad arrivare prese di posizione sul termine della sperimentazione triennale entro il 2021 e sull'avvio di un meccanismo di prepensionamento indipendente dall'età anagrafica. A ribadire che l'obiettivo finale dell'esecutivo giallo-verde è la quota 41 per tutti è stato ancora una volta il Vice Premier Matteo Salvini, intervenuto recentemente nella trasmissione "W l'Italia oggi e domani" di Mediaset.

Secondo l'esponente della Lega, la partenza della quota 100 rappresenta proprio un percorso graduale attraverso il quale si andrà a cambiare in modo profondo le regole di accesso alla quiescenza. Ed anche in questo senso bisogna interpretare le ultime vicende relative alla ricerca di una quadra sulle coperture, da dividere tra il comparto previdenziale e quello del welfare.

Pensioni flessibili e reddito di cittadinanza: come evolverà la spesa i prossimi anni

Alla base delle ultime considerazioni di area leghista c'è anche la consapevolezza che la diversa ripartizione della spesa deve tenere conto di come evolverà la situazione nel prossimo futuro. Infatti, secondo Salvini resta evidente che nei prossimi anni "la spesa per la Fornero crescerà, mentre quella per il reddito di cittadinanza calerà".

Anche per questo motivo la ripartizione deve tenere conto di un aumento delle Pensioni minime e di quelle d'invalidità. In merito al capitolo previdenziale, ci si attende circa 400mila uscite nel solo 2019 ed un trend stabile nel triennio. Mentre il reddito di cittadinanza, nel caso funzionasse, dovrebbe gradualmente portare ad una diminuzione dei fruitori (visto che il programma prevede di sostenere il percettore al fine di aiutarlo a reinserirsi nella vita lavorativa attiva).

Salvini (Lega): restituisco il diritto alla pensione a 400mila persone

Dal quadro della situazione appena evidenziato emerge quindi chiaramente l'intenzione di relegare i nuovi pensionamenti tramite quota 100 ad una fase momentanea, per concludere la sperimentazione con l'avvio della quota 41 per tutti. Una misura che deve necessariamente tenere conto di una certa gradualità, ma che risulterà coerente con il contratto di Governo.

"Non mando in pensione tutti l'anno prossimo" conferma il Vice Premier, spiegando però di dare "una bella botta, perché restituisco il diritto a 400mila italiani di andare in pensione" mentre "l'obiettivo finale è quota 41 perché chi ha iniziato a lavorare a 16 anni si aspetta qualcosa". Resta implicito che il percorso politico per riuscire a centrare l'obiettivo dovrà passare anche per una mediazione con la controparte del Movimento 5 Stelle, oltre che con i vincoli di bilancio. La vera sfida sarà infatti riuscire a mediare tra le diverse istanze interne ed esterne all'esecutivo, mentre nel breve termine i lavoratori attendono di vedersi concretizzare i provvedimenti già decisi all'interno della legge di bilancio 2019 e non ancora disponibili dopo il recente via libera al decreto legge sul "pacchetto pensioni".