Nelle intenzioni del Governo il varo del decreto che prevede quota 100 e reddito di cittadinanza dovrebbe giungere dinanzi al Consiglio dei Ministri il 17 gennaio alle 18, il provvedimento pensionistico dovrebbe, dice l’esecutivo, aprire un varco per quanti sono rimasti da tempo bloccati dalla riforma Fornero. Per Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil, non è proprio così. Non solo la riforma delle Pensioni Fornero non verrà sradicata, ma dalla quota 100 resteranno esclusi proprio i soggetti più deboli: donne, operai edili, lavoratori usuranti e operai del Sud.

Tutti coloro che svolgono lavori precari e discontinui non hanno alcuna possibilità oggettiva di arrivare ai 38 anni di contributi richiesti dalla misura.

Pensioni, quota 100: requisiti eccessivamente limitanti

Genovesi (segretario generale della Fillea Cgil) non ha dubbi: 38 anni di contributi e 62 d’età per poter optare per la quota 100, così come i 36 di contributi per accedere all’ape sociale, che sarà prorogata per tutto il 2019, non sono traguardi raggiungibili per il 99% degli operai edili. Sono proprio questi lavoratori insieme agli altri soggetti più deboli, si pensi alle donne e/o a chi svolge lavori gravosi, che a suo dire resteranno fuori dalla nuova opzione di uscita anticipata. Una misura che non è la panacea come tutti inizialmente immaginavano, perché non basta sommare contributi ed età anagrafica per uscire con quota 100, ma occorre rispettare paletti anagrafici e contributivi che limitano fortemente la platea che ne avrà accesso.

I lavori, prosegue Genovesi, il Governo lo sa, lo dice da sempre non solo il sindacato, ma lo confermano le statistiche ufficiali, non sono tutti uguali, e chi svolge lavori gravosi ha “un’aspettativa di vita fino a 7 anni inferiore rispetto ad un impiegato”.

Pensioni anticipate, quota 100 discriminante? Edili e donne i più colpiti

Quota 100 discrimina dunque i lavoratori. Molto più utile rispetto alla misura di uscita anticipata con quota 100, fa notare il sindacalista, sarebbe stato riconoscere la condizione di lavoro gravoso con uscite flessibili, e cambiare le condizioni di accesso dell’ape social, riconoscendo la quiescenza a quanti hanno 30 anni di contributi o 63 di età, confermando come condizione solo gli ultimi 7 su 10 svolti in cantiere.

Chi lavora in cantiere ha in media tra i 27 ed i 31 anni di contributi versati. Anche le donne, caregiver e sostitute del welfare mancante, non riescono spesso a raggiungere, a causa delle carriere discontinue, i 38 anni di contributi richiesti, ragione per cui per loro resta fondamentale la proroga dell’opzione donna più che la quota 100, pressoché irraggiungibile. Genovesi avverte che proprio per queste mancanze saranno in piazza il prossimo 9 febbraio a Roma al fianco di Cgil, Cisl e Uil.

Riforma pensioni, Elsa Fornero: 'Q100 avvantaggia alcune coorti di lavoratori'

Sulla stessa linea di pensiero di Genovesi anche Elsa Fornero, che intervistata da La Stampa ha dichiarato: 'Quota 100 è un provvedimento che contiene molta propaganda, come tutte le misure di questo governo; che sostanzialmente lascia immutata la mia riforma, perché non la cancella ma neanche la modifica in alcune sue parti sostanziali. Quota 100 serve a dare un vantaggio ad alcune coorti di lavoratori, con un'ottica elettoralistica'.