Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 7 gennaio 2019 vedono crescere l'attesa per la discussione e la firma del DL con il quale il Governo darà il via libera al pacchetto di riforma del sistema previdenziale ed al reddito di cittadinanza. Nel frattempo, continuano però ad emergere le critiche da parte dei sindacati e dei lavoratori rimasti tagliati fuori dalle opzioni di tutela visto che, secondo le parti sociali, le pensioni anticipate tramite la quota 100 sarebbero in grado di offrire solo una parziale risposta alle situazioni di disagio. Mentre resta ancora da sciogliere il nodo della nona salvaguardia dei lavoratori esodati e permangono i dubbi sulle modalità con cui sarà prorogata l'opzione donna nel 2019.

Legge di bilancio 2019, attesa la firma sulla quota 100 ed il Reddito di Cittadinanza

Il Governo si appresta a discutere in Consiglio dei Ministri la bozza del nuovo decreto con il quale si darà finalmente il via al pacchetto pensioni ed alla riforma del welfare. Il testo sarebbe ormai quasi definitivo, con le ultime ore che hanno visto circolare i dettagli a conferma dell'avvio della quota 100 e del reddito di cittadinanza. Il via libera è atteso proprio in settimana, in modo da poter dare seguito alle normali procedure attuative e permettere l'apertura delle pratiche da parte dei cittadini entro la seconda metà di gennaio. Sulla scadenza va anche considerato che il DL dovrà essere successivamente pubblicato all'interno della Gazzetta Ufficiale, mentre una volto assolto quest'ultimo passaggio l'Inps potrà diffondere le proprie circolari contenenti le istruzioni operative.

Le prime erogazioni degli assegni sono invece attese per il mese di aprile 2019.

Proietti (UIL): da quota 100 solo risposte parziali

Nel frattempo prosegue il pressing dei sindacati in merito alla necessità di ripensare la flessibilità previdenziale affinché possa essere realmente inclusiva di tutti i lavoratori. Secondo il Segretario confederale della UIL Domenico Proietti, la "quota 100 è una soluzione utile per i lavoratori del nord e del settore pubblico, ma è meno efficace per quelli del centro sud, dove difficilmente si raggiungono i 38 anni di contribuzione, ed è del tutto insufficiente per le donne".

Il sindacalista punta inoltre il dito contro il meccanismo previsto dalla legge per un accesso tramite le finestre mobili, definito un "artificio appositamente istituito per non dover cambiare il titolo alla manovra che, di fatto, diventa quota 100 e 6 mesi per i privati e 101 per il pubblico". Inoltre, nel settore pubblico pesa anche la vicenda del Trattamento di fine servizio differito, un penalizzazione definita come "un'insopportabile ingiustizia".

Si giudica invece in modo positivo "lo sganciamento dall'aspettativa di vita per la pensione anticipata dei precoci e la proroga di ape sociale", pur pesando l'assenza della quota 41 per tutti e della mancata valorizzazione dei lavori di cura, oltre che dell'ultima salvaguardia per i lavoratori esodati. Su opzione donna si parla invece di una proroga incompleta.

Damiano (PD): tradite le promesse ai lavoratori esodati

Nel frattempo, continua a tenere banco anche la vicenda dei lavoratori esodati, rimasti finora esclusi dai provvedimenti di tutela approvati dal Governo. È in particolare Cesare Damiano a segnalare "alcune promesse che non vengono mantenute: che fine ha fatto la nona salvaguardia degli esodati, che riguarda circa 6mila lavoratori?

Di Maio, il 18 ottobre scorso, in un incontro con i comitati degli esodati, aveva fatto una promessa solenne. Non è stata mantenuta". In merito agli altri provvedimenti, l'esponente Dem ricorda poi che "la proroga dell’Ape sociale non è sufficiente se non consente anche ai disoccupati che non hanno utilizzato gli ammortizzatori sociali, di poter accedere alla normativa”.

Armiliato (CODS): le donne sono state prese in giro

Dal CODS arriva una forte critica alle modalità con cui si è scelto di portare avanti la proroga dell'opzione donna ed in particolare le promesse fatte dall'esecutivo sul provvedimento. "Così come abbiamo letto all’Art.16 della bozza del DL che il giorno 11 sarà in teoria discusso [...] le donne sono state beffate perché il provvedimento che hanno inserito nel DL non ha nulla a che vedere con una proroga dell’Opzione Donna".

Infatti, secondo la fondatrice del Comitato Orietta Armiliato, "è una misura pensionistica che è stata scritta per le Donne, dato che solo loro potranno accedere, e rispettando la richiesta dei 35 anni di contributi ricalca ciò che l’Opzione Donna con la Legge 243/2004 dettava", ma non rappresenta una proroga. Non è tutto, perché "la cosa singolare è che non essendo stato posto un limite temporale per raggiungere i due requisiti ed accedere, lo si potrà fare da qui all’eternità e questo pone una serie di quesiti" in merito alla sostenibilità della misura ed alla stima dei costi effettivi.