Dal nuovo decretone sul reddito e sulle Pensioni arriva lo sconto per il riscatto della laurea, dedicato agli under 45enni entrati nel mondo del lavoro dopo il 1996. Questa categoria rientra interamente nel regime contributivo e viene così agevolata in quanto solitamente rappresentata da individui con alle spalle carriere discontinue che hanno determinato "buchi contributivi". I costi per coprirli saranno quindi limitati e con un versamento minimo potranno essere riscattati fino a 5 anni. Il vicepremier Salvini, durante una conferenza stampa in cui ha illustrato alcuni aspetti di quota 100 ha affermato che non si tratta di un adeguamento alla speranza di vita, ma della possibilità di riscattare in modo agevolato gli anni di studio.

La domanda del riscatto di laurea andrà presentata online, attraverso il sito dell'Inps.

Uno sconto del 30%

Di Maio, durante la trasmissione di Bruno Vespa, "Porta a porta", ha invece quantificato in termini di percentuali la riduzione dei versamenti che sarà pari al 30%. Per le categorie interessate costerà meno riscattare la laurea e il costo del contributo da pagare sarà di 5.241,30 euro per anno di studio. Riscattare la laurea significa poter aumentare il monte di anzianità pensionistica contributiva senza spendere cifre esorbitanti come fino a pochi mesi fa: secondo la Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro un lavoratore che guadagna circa 40mila euro e versa i contributi, senza lo sconto, avrebbe dovuto versare circa 13.200 euro annue, il 60% in più della cifra fissata in questi giorni.

Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha, inoltre, commentato la manovra definendola "un tema innovativo" con cui i giovani potranno avvicinarsi di più alla pensione, costruendosi un percorso previdenziale facilitato. L'intervento del decretone tocca infatti i "buchi" determinati dalla disoccupazione, che viste le odierne condizioni di lavoro, è spesso ricorrente.

Il decretone e la quota 100

Il Consiglio dei ministri ha varato la quota 100, la quale prevede che i nati entro il 1956 che hanno lavorato ininterrottamente dal 1980 possano godere della pensione dal prossimo aprile. È prevista una forma sperimentale di tre anni (2019/2021) che consentirà, a chi entro il 31 dicembre 2018 ha raggiunto 62 anni di età e 38 anni di contributi, di andare in pensione. In Italia sono circa 315mila le persone che potrebbero beneficiare delle nuove misure.