Domani sarà l'ultimo giorno di tempo utile per tutti coloro che devono verificare i requisiti di accesso alla Quota 41, entro il 1 marzo 2019 infatti, si dovranno inviare all'INPS, tutte le pratiche necessarie e la relativa documentazione. Questo provvedimento, lo ricordiamo, nemmeno con il Dl 4/2019 é stato esteso a tutti, ma resta in vigore con le norme esplicitate nella precedente legislatura, ossia potranno accedervi quanti hanno almeno 1 anno di contributi versato prima del compimento del 19esimo compleanno, e rientrano in una delle categorie considerate meritevoli di tutela.
I beneficiari della quota 41
Nello specifico il contribuente che presenta domanda deve far parte di quel gruppo di lavoratori che ha svolto una delle 15 mansione gravose o usurante oppure versa in stato di disoccupazione, ed é privo di ammortizzatori sociali da almeno 3 mesi all'atto della domanda. Rientrano altesì in quota 41 quanti hanno un'invalidità non inferiore al 74%, oppure i caregivers che hanno un parente disabile convivente di 1° grado da almeno 6 mesi.
Coloro che intendono uscire con la quota 41 dovranno in primis produrre un' istanza di riconoscimento dei requisiti di accesso, poi dovranno attendere la conferma da parte dell'INPS, solo a quel punto sarà possibile inoltrare la vera domanda di pensionamento.
L'Inps entro il 30 giugno informerà i precoci aventi diritto della misura, a quel punto Il lavoratore potrà utilizzare, per procedere con la domanda, la propria area riservata sul sito dell'Inps attraverso il pin personale, o eventualmente farsi aiutare da un patronato di fiducia. Ricordiamo che anche per il 2019 resta valido il raggiungimento dei 41 anni di servizio, che non incrementeranno a 41 e mezzo, grazie allo stop dell'aumento dell'aspettativa di vita, ma i beneficiari dovranno scontare una finestra di 3 mesi prima di poter ricevere il primo rateo.
I precoci che non riusciranno per tempo a presentare la documentazione avranno modo di farlo in un scondo momento e le domande verranno poi accolte nel limite di spesa a disposizione. I precoci che non rientrano nella quota 41 perché non hanno situazioni disagiate continuano il pressing nei confronti del Governo.
Pensioni quota 100, beffa per i precoci
Per i lavoratori che hanno alle spalle 41 anni di contributi e non hanno comprovate situazioni di disagio, la quota 41 resta inaccessibile ed un sogno, in quanto la nuva riforma previdenziale compresa nel Dl 4/2019 che si appresta adivenire legge, non li ha ricompresi. I precoci adirati ritengono beffarda una riforma che tutela chi ha 38 anni di contributi e 62 anni d'età e nega la pensione a chi ha 60 anni ma ben 41/42 di contributi versati.
Il Governo ha garantito che la quota 41 resta uno degli obiettivi, ma allo stato attuale i precoci sono molto delusi dall'operato del Govenro, che a loro detta, non ha mantenuto le promesse elettorali.