Le richieste per uscire dal mondo dal lavoro usufruendo di quota 100 sono arrivate a 35.694. Le stesse sono così ripartite: 16.706 richieste derivano da persone che hanno un'età compresa fa 63 e 65 anni, 11.624 domande sono pervenute da chi a 62 o 63 anni di età. Il resto sono persone tra 65 e 67 anni. Questi dati sono stati forniti dall'Inps. Se si vogliono dati più specifici è possibile asserire che da Roma sono arrivate 2.936 richieste, mentre da Napoli 1.763 è da Milano 'solo' 1.338. Dai lavoratori del comparto pubblico sono pervenute 11.296 domande.

In molti non credevano nella riuscita di questa riforma previdenziale, ma a quanto pare i dati smentiscono anche i pareri inizialmente più scettici. Chi decide di beneficiare di quota 100 si confronterà con paletti propri della riforma, ma anche con vantaggi.

I paletti con quota 100

Chi decide di aderire a quota 100, ricordiamo che è necessario essere in possesso dei requisiti cardine della riforma (ovvero avere almeno 62 anni di età anagrafica e almeno 38 anni di contribuzione effettiva), potrà incorrere in alcuni paletti. Come riporta Il Sole 24 Ore e come ritroviamo conferma nella circolare numero 11 dell'Inps, figura il divieto di cumulare con il reddito di pensione quello da lavoro. Chi va in pensione aderendo a questa riforma, non potrà svolgere un'altra attività lavorativa.

L'unica eccezione è rappresentata dal lavoro occasionale che, comunque, non deve produrre un reddito superiore ai 5.000 euro all'anno. L'impossibilità di cumulare il reddito da pensione con quello da lavoro non è permanente: essa persiste fino al raggiungimento del requisito anagrafico della pensione di vecchiaia, ovvero 67 anni.

La circolare numero 11 del 2019 dell'Inps riporta che, se dalla data di decorrenza della pensione con quota 100, il soggetto inizia un'altra attività lavorativa, anche all'estero, che gli permetta di guadagnare un importo superiore ai 5.000 euro annui, lo stesso si vedrà detrarre per l'anno in corso il trattamento pensionistico.

I vantaggi con quota 100

Chi decide in maniera spontanea di aderire a quota 100, ricordiamo che questa riforma del sistema previdenziale è stata introdotta in via sperimentale per il triennio 2019-2021, avrà anche dei vantaggi. Tra questi sussiste la possibilità di uscire in anticipo dal mondo del lavoro, rispetto al requisito anagrafico richiesto per la pensione di vecchiaia. Una persona di 62 anni, che abbia almeno 38 anni di contributi, potrà uscire dal mondo del lavoro 5 anni in anticipo. L'assegno pensione percepito potrebbe avere un importo più basso rispetto a quello percepito da un lavoratore che può vantare requisiti per la pensione di vecchiaia. Questo non è dato da penalizzazioni insite nella riforma, quanto dal minor numero di contributi versati.