Il 4 febbraio dal palco dell'Auditorium dell'Enel di Roma, il Vicepremier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, ha presentato ufficialmente la prima card del Reddito di cittadinanza che, come aveva anticipato lui stesso durante una recente intervista a Bruno Vespa nella trasmissione televisiva Porta a Porta, è del tutto simile ad una comunissima carta Postepay. Questo anche per rispettare le persone che chiederanno di accedere al Reddito di cittadinanza.

Le dichiarazioni di Di Maio e Conte

Durante la presentazione della card, Luigi Di Maio ripete più volte lo stesso termine "orgoglioso".

Non solo si lascia andare anche ad una citazione colta. Di Maio lancia anche una frecciata a tutti i detrattori del Reddito di cittadinanza affermando: "Tutti coloro che dicono che sia impossibile dovrebbero lasciar stare chi ce la sta facendo".

Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte utilizza lo stesso termine "orgoglioso". Ma lo declina al plurale e lo riferisce agli italiani. Per Conte sono gli italiani che devono essere orgogliosi di questo risultato. Secondo Conte, infatti, il Rdc è "una misura di equità sociale" che si fonda, essenzialmente, su un "patto di lavoro e formazione". E, prima di lasciare, fa i complimenti a Luigi Di Maio che "non ha mai mollato".

La platea dei beneficiari

Venendo all'attuazione concreta della misura, secondo i dati forniti dall'Istat e confermati anche dall'Inps a beneficiare del Reddito di cittadinanza dovrebbero essere circa 1,3 milioni di nuclei familiari. In totale le persone che dovrebbero percepire il sussidio sarebbero 2,4 milioni. Luigi Di Maio, durante la presentazione della card e del sito internet ha fatto riferimento a 3 milioni di tessere.

Quindi, fra la stima dell'Inps e quella del Vicepremier ci sarebbe una differenza di circa 600.000 unità.

D'altra parte, il presidente dell'Inps Tito Boeri ha precisato che almeno il 50% dei nuclei beneficiari non percepiscono nessun tipo di reddito. E fra questi ci potrebbero essere molti lavoratori in nero ed evasori. Inoltre, l'Inps ha stimato che una buona parte dei richiedenti, circa 640.000, sono single.

Invece per l'Istituto nazionale di Statistica circa il 57% del beneficiari si trova nelle regioni del mezzogiorno. In termini assoluti si tratta di circa 750.000. Al nord dovrebbero essere circa 330.000 e al centro circa 220.000. Ancora, l'Istat calcola che l'81% dei nuclei familiari che percepiranno il RdC saranno costituiti da soli italiani. Mentre le famiglie composte totalmente da stranieri saranno circa l'11,5% del totale. in pratica 150.000 stranieri.

Sempre secondo i calcoli effettuati dall'Istat, l'importo medio annuo erogato sarà poco superiore ai 5.000 euro. Ovviamente, trattandosi di una media ci saranno zone del Paese che percepiranno un importo leggermente più elevato e zone dove questo importo sarà leggermente più basso.

Dai calcoli effettuati, il sud dovrebbe percepire circa 5176 euro annui, il nord circa 4837 euro e il centro qualcosa in più circa 4912 euro.

L'Istat ha fatto anche un'analisi in base ai componenti del nucleo familiare e tenendo conto della presenza o meno di figli minori all'interno dello stesso nucleo. Da questa analisi è emerso che le famiglie maggiormente interessate dalla misura sono, essenzialmente, due. Quelle con un solo componente e quelle con redditi più bassi. Le famiglie con un solo componente sono avvantaggiate dal fatto che, a motivo delle scale di equivalenza, hanno una soglia di accesso al beneficio più alta. Le coppie con figli minorenni, secondo i dati Istat, sono circa 260.000 e dovrebbero percepire un sussidio annuo di circa 6.470 euro.

Sussidio leggermente inferiore a quello delle coppie con figli adulti pari a circa 7.041 euro.

Un aspetto controverso

Nello stesso tempo il presidente dell'Inps Tito Boeri ha messo in evidenza un punto debole nell'architettura del Reddito di cittadinanza. Infatti, in questo momento l'Inps non avrebbe a disposizione gli strumenti necessari per poter effettuare dei controlli capillari. In particolare per quanto riguarda il reddito mobiliare dei potenziali richiedenti. Di conseguenza, Boeri stima che in un momento successivo l'Inps si trovi costretta ad intraprendere delle azioni di recupero nei confronti di almeno 100.000 nuclei familiari. A questi potrebbero essere richiesti indietro anche 10.000 euro. Se si dovesse concretizzare questo scenario non si tratterà certo di "un'azione molto popolare" per il presidente dell'Inps.