Elvira Serafini, segretaria generale del sindacato Snals, si dice assolutamente pessimista sulla situazione dei lavoratori della Scuola. Molti sono i nodi da sciogliere sulla condizione lavorativa dei docenti italiani. Quest'ultimi hanno gli stipendi più bassi d'Europa, secondo una ricerca svolta dall'Ocse ("education at glance") del 2017. Gli insegnanti italiani hanno una media retributiva annua, rispetto ai propri colleghi dell'Unione europea, più bassa di 9.000 euro. In particolar modo gli stipendi dei docenti tedeschi sono il doppio di quelli degli insegnanti italiani in tutti i cicli di istruzione.
Tra i problemi che affliggono lavoratori del comparto scuola troviamo la precarietà contrattuale. A dispetto di tutto ciò che è stato fatto e detto, anche da precedenti governi, molti sono ancora i docenti in attesa di un contratto stabile. Quota 100 rappresenta un altro scoglio: numerose sono state, e saranno, le adesioni degli insegnanti a questa forma di prepensionamento. Si verranno cosi a creare cattedre vacanti; queste ultime non saranno assegnate in maniera definitiva, ma le postazioni libere e vacanti saranno ricoperte da lavoratori con contratti precari. Si richiede dunque la stabilizzazione di chi ha almeno 36 mesi di servizio.
Gli stipendi dei docenti italiani sono tra i più bassi d'Europa
Secondo una ricerca svolta dall'Ocse, gli stipendi dei docenti italiani avrebbero un importo tra i più bassi di quelli del resto d'Europa. I paesi presi a riferimento sono sette: Francia, Germania, Italia, Spagna, Olanda, Portogallo e Finlandia. In tutti i cicli, è possibile vedere come gli insegnanti italiani percepiscono uno stipendio lordo tra i più bassi.
Nell'infanzia e nella primaria l'importo medio di 24.807 euro, nelle scuole medie e nelle superiori importo medio è 26.743 euro. La media degli stipendi tedeschi presenta in tutti i cicli importi che sono quasi il doppio di quelli percepiti dai docenti italiani.
Serafini: quota 100 causerà più precariato, aumento stipendi docenti ridicoli
Secondo Elvira Serafini, l'introduzione di quota 100 porterà più effetti negativi che positivi. Infatti, molti sono i docenti che hanno già fatto domanda per il prepensionamento con questa riforma appena introdotta dal governo. Si vedranno, così, migliaia di cattedre divenire vacanti, ma che non verranno però assegnate con contratti stabili.
Esse saranno semplicemente coperte dai cosiddetti precari della scuola. Questi insegnanti si vedranno, nuovamente, sottoporre un contratto a termine. Quindi, almeno nel settore scolastico, quota 100 produrrà più precari di quanti già non ce ne siano. I problemi, ovviamente, non riguardano semplicemente gli insegnanti ma anche il personale Ata, i dirigente scolastici e i dsga.
Questi ultimi hanno maturato nel corso degli anni notevoli competenze.
Non viene, però riconosciuto loro quanto dovuto. Numerosi sono i contenziosi che si stanno ancora svolgendo nelle aule dei Tribunali e per i quali lo Snals richiede giusti procedimenti. In riferimento al nuovo contratto della scuola, Serafini si è così espressa:" Dal 1° gennaio stiamo chiedendo alla funzione pubblica la riapertura nelle trattative per rinnovo contrattuale nel triennio 2019-2021. Abbiamo già avuto un incontro con la ministra Bongiorno e con il presidente del Consiglio Conte. Purtroppo ci hanno detto che le risorse sono irrisorie. Si parla di soli 20 o 30 euro".
Serafini lamenta che da tempo si sono chiesti assegni più alti per l'Italia a quelli dell'Eurozona ma gli importi degli stessi non si avvicinano minimamente a quelli dei colleghi del Nord Europa.
Su questa situazione si è espresso anche il segretario di Anief, Marcello Pacifico, il quale asserito che:" Il vicepremier Luigi Di Maio a nome del governo ha detto di voler aumentare gli stipendi degli insegnanti per recuperare anche quelli dei colleghi europei". C'erano già state delle contrattazioni a fine novembre, al fine di garantire ai docenti un giusto riconoscimento delle proprie competenze professionali attraverso stipendi ritenuti idonei. L'importo della cifra proposta precedentemente era stata di appena 14 euro al mese.
"Con queste cifre non ci sentiamo di discutere", aveva detto Flc Cgil. I lavoratori della scuola, insieme a tutte le istituzioni sindacali, aspettano un equo riconoscimento dei propri diritti. Una frase espressa da Serafini sembra racchiude tutte le attese di fondo:" Rivendichiamo molte richieste sulla scuola - ha asserito - attendiamo delle risposte, vedremo se saremo ascoltati".