Continuano i lavori alla Camera sul cosiddetto decretone che entro il 29 marzo dovrà essere convertito in legge. Dopo le audizioni in Commissione Lavoro alla Camera, infatti, l'iter parlamentare del maxi decreto unico entra nel vivo con un nuovo pacchetto di emendamenti presentati dalla Lega inerenti a maggiori tutele per i disabili e altri nodi che restano ancora da sciogliere come le nuove agevolazioni previdenziali per le lavoratrici.

Si punta a nuove tutele per disabili e famiglie numerose

Stando alle proposte depositate dalla Lega, si chiede maggiori tutele per i disabili gravi oltre al riconoscimento dei periodi di aspettativa non retribuita per i dipendenti della Pubblica Amministrazione.

Da chiarire, inoltre, la scala di equivalenza per le famiglie numerose e per i disabili che passerebbe da 2,1 a 2,2. Stando a quanto riportato sul quotidiano "Il Corriere della Sera", il Governo giallo-verde punta a presentare le nuove modifiche entro giovedì; proposte che spaziano dall'ampliamento delle maglie per il reddito di cittadinanza alle famiglie con disabili e con più di quattro componenti oltre al riscatto agevolato degli anni di laurea per il quale si ipotizza l'abrogazione del tetto dei 45 anni: si parla anche di un emendamento per dare anche un sostegno agli studenti fuori sede.

Nuovi emendamenti per le donne

Fra le proposte avanzate dalla Lega, anche quella riguardante le lavoratrici madri per le quali è previsto uno sconto contributivo pari a quattro mesi per ogni figlio a carico fino ad un tetto di dodici mesi.

Tuttavia, si punta a rendere più agevole l'accesso al pensionamento di vecchiaia e a quello anticipato con il meccanismo della Quota 100. Inoltre, si pensa ad un'ulteriore agevolazione per le lavoratrici madri con figli disabili.

Stando alle tre sigle confederali Cgil, Cisl e Uil, infatti, il sistema della Quota 100 potrebbe rivelarsi una misura del tutto insufficiente per le donne ed è questo il motivo per il quale l'esecutivo giallo-verde punta all'introduzione di nuovi sconti contributivi che possano agevolare l'uscita di questa categoria di lavoratori.

Tuttavia, le lavoratrici potranno scegliere di lasciare il lavoro con il regime sperimentale donna, ovvero, a partire dai 57 anni di età con 35 anni di versamenti contributivi dal momento che è stato prorogato fino al 31 dicembre 2019. La cosiddetta Opzione Donna prevede requisiti più vantaggiosi rispetto a Quota 100 anche se l'assegno previdenziale verrà decurtato per via del ricalcolo secondo il metodo contributivo.