Subire delle avances da un uomo sconosciuto per ragazze e donne di qualsiasi età è sempre una situazione spiacevole e imbarazzante. Se poi le avances provengono dal datore di Lavoro si entra in un campo minato. Minacce di licenziamento se non si accettano proposte particolari sono molto frequenti nel mondo del lavoro un po' in tutti i campi. Nel lavoro domestico, il settore delle colf e delle badanti la Cassazione ha emanato una recente sentenza che farà molto discutere. Gli ermellini hanno sancito che comportamenti di questo tipo da parte di un datore di lavoro non rientrano nel campo di applicazione del Codice Penale.

Nessuno strascico dal punto di vista penale

Offrire danaro, minacciare il licenziamento o altra sanzione disciplinare oppure rimarcare il proprio ruolo di padrone, a fronte della richiesta di prestazioni "particolari" della propria badante, per la Cassazione è condotta deprecabile, grottesca e sbagliata, ma non può essere considerata un tentativo di violenza a sfondo erotico. Questo ciò che hanno deciso i giudici della Suprema Corte di Cassazione con una recente sentenza di cui parla ampiamente il quotidiano il Sole 24 Ore. La Cassazione ha rigettato un ricorso di una badante rumena che ha dichiarato di aver subito le avances del genero della donna cui prestava assistenza. La donna rumena di 40 anni avrebbe per diverso tempo subito le attenzioni particolari di un signore di 77 anni circa.

Per i giudici non ci sono gli estremi per fare rientrare nel campo di applicazione del Codice Penale la condotta dell'uomo.

Mancano le prove

In primo grado l'uomo fu condannato per violenza ma come abbiamo visto la Cassazione ha ribaltato la sentenza. A salvare l'uomo le registrazioni dei discorsi tra lui e la badante che proprio quest'ultima aveva di nascosto effettuato.

Nelle registrazioni ci sono tutte le avances, compresa l'offerta di danaro in cambio di servizi erotici ed osé. Questo però non basta a fare diventare penalmente rilevante la condotta dell'uomo. Infatti sempre dagli audio, l'uomo chiedeva alla badante di assecondarlo come gesto di cortesia. Mancano le prove dell'uso di violenza, della minaccia di licenziamento e quindi l'uomo non avrebbe superato il limite.

Una condotta deprecabile ma non riconducibile a violenza.

La sentenza ha fatto storcere il naso a più di qualcuno, con il sindacato Acli Colf che ha prodotto uno studio in cui si mostrano alcune problematiche di un certo tipo per le badanti e per i lavoratori domestici in genere. Purtroppo, secondo lo studio è evidente che fare emergere queste situazioni, in un mondo ben diverso da Hollywood, è difficile. Su più di 800 lavoratrici del settore intervistate nello studio Acli, oltre il 14% ha dichiarato di essere stata oggetto di molestie, poco più del 10% ha dichiarato di aver subito insulti di vario genere, il 5% ha ricevuto contro il lancio di oggetti contundenti e più del 2% è stata picchiata. Numeri che fanno risaltare un autentico fenomeno che è quello dei maltrattamenti che subiscono queste lavoratrici.