Con l'accordo tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico per la formazione di un nuovo governo sembra finalmente sbloccarsi la situazione di stallo istituzionale. Un passaggio obbligato per la redazione della legge di bilancio 2020 e indirettamente anche per lo sblocco di nuovi provvedimenti di flessibilizzazione del comparto previdenziale. Il nuovo esecutivo attende ora la propria formalizzazione attraverso l'assegnazione dei ministeri, ma gli occhi dei lavoratori sono puntati in particolar modo sul confronto riguardante il nuovo programma di governo.

Riforma pensioni e programma di governo: 2 pagine contro le 58 del contratto precedente

Quello che ha destato attenzione nelle scorse ore sono i dettagli relativi al documento programmatico sottoscritto da PD e M5S. Rispetto al precedente esecutivo, il contratto di governo di ben 58 pagine è stato infatti sostituito da un programma sintetizzato in appena 2 pagine. Anche questo elemento evidenzia quindi il cambio di passo nei confronti della precedente stagione politica. Purtroppo mancano ancora i dettagli del nuovo programma, anche se le ultime indiscrezioni giornalistiche hanno confermato che il modello più stringato e pragmatico prevede il taglio del cuneo fiscale, lo stop all'aumento dell'Iva e la modifica dei decreti relativi alla sicurezza.

In arrivo ci dovrebbe essere anche una nuova legge sull'immigrazione, la web tax, l'aumento del salario minimo e la riforma della giustizia. Al momento non vi è un esplicito riferimento alla riforma previdenziale, elemento che sembra far propendere per un intervento di limatura sul comparto. Sulla questione le dichiarazioni emerse negli scorsi giorni evidenziano le possibili modalità di intervento, con un ripensamento della quota 100 in favore di altre misure di flessibilità considerate meno onerose e più inclusive.

Pensioni e legge di bilancio 2020: i lavoratori attendono di conoscere gli obiettivi del nuovo esecutivo

Resta implicito che i lavoratori sono in attesa di verificare quale sarà la traduzione del programma del nuovo governo all'interno della prossima legge di bilancio 2020. Con settembre alle porte, la prima bozza della Manovra dovrebbe essere redatta già nelle prossime settimane e all'interno si potrà verificare quale sarà l'impostazione degli interventi di carattere previdenziale.

Sullo sfondo resta una manovra che richiede risorse per circa 25 miliardi di euro e che ha per principale obiettivo lo stop all'Iva. Una parte delle risorse arriverà certamente dagli accantonamenti non utilizzati per la quota 100 e per il reddito di cittadinanza, risparmi che erano stati già dichiarati come impiegabili per altre poste. Resta comunque evidente che un intervento di flessibilizzazione dell'accesso all'Inps risulti obbligato per il nuovo esecutivo. Il rebus delle risorse potrebbe risolversi con una proroga dell'APE sociale e volontaria, oltre che un'estensione della quota 41. Resta inoltre la questione dell'opzione donna (in scadenza alla fine del 2019) e dei lavoratori esodati. A farne le spese sarebbe in questo caso proprio la quota 100, misura considerata negli scorsi giorni come sacrificabile perché poco inclusiva rispetto a chi vive situazioni di disagio.