Dopo una situazione che sembrava procedere verso un relativo allentamento della tensione, arriva un nuovo allarme sulla Quota 100, il meccanismo sperimentale di accesso alla pensione a partire dai 62 anni di età e 38 anni di contribuzione. A riaccendere il dibattito pubblico a seguito delle indiscrezioni per una sua conferma fino al termine della sperimentazione (fissata al 2021) è la Ragioneria dello Stato, che fa il punto della situazione in merito al provvedimento ed evidenzia pesanti riverberi per le casse pubbliche.

Secondo i tecnici, il provvedimento contribuisce infatti ad aumentare la spesa del settore previdenziale per 0,2 punti di Pil annuali fino al 2036.

Una quantificazione che metterebbe quindi in evidenza le conseguenze del provvedimento nel lungo termine sulla tenuta del nostro sistema pensionistico.

Riforma pensioni e Quota 100: nel biennio 2020-2021 la spesa cresce di 8 miliardi di euro

Stante la situazione, secondo quanto riporta la Ragioneria dello Stato, le conseguenze negative non si concretizzano solo nel lungo termine. Anche la spesa di breve termine è destinata ad impennarsi per via della Quota 100. I tecnici stimano il peso della misura nel biennio 2020-21 attorno ad una cifra di quasi 9 miliardi di euro, con un peso in punti percentuali sul prodotto interno lordo attorno allo 0,5%. Dopo questo passaggio, la spesa scenderà progressivamente, per attestarsi attorno allo 0,2%.

Con la Q100 gli assegni dei lavoratori sono più bassi

Oltre all'impatto sui conti pubblici, il dossier della RdS mette in evidenza un ulteriore fenomeno: il provvedimento ha infatti un impatto negativo sugli importi erogati dall'Inps in favore dei lavoratori. Gli anticipi derivanti dalla Quota 100 comportano l'applicazione di coefficienti di trasformazioni più bassi e quindi di assegni più poveri.

Un dato da non sottovalutare, visto che la differenza al ribasso nell'importo delle Pensioni sembra essere proprio uno degli elementi che potrebbe portare ad un numero inferiore di richieste rispetto alle stime iniziali di adesione (come del resto è effettivamente avvenuto nei primi mesi di entrata in vigore del provvedimento).

Per i sindacati le proiezioni di costo sono sovrastimate ed il sistema è in equilibrio

Sull'analisi ad opera della Ragioneria dello Stato non si è fatta però attendere la replica dei sindacati, che hanno espresso i propri dubbi al riguardo. In particolare, dalla Cgil si evidenzia che le ipotesi di costo potrebbero risultare sovrastimate. Oltre a ciò, l'allarme sui conti previdenziali nei prossimi decenni deve tenere conto che il sistema previdenziale risulta in equilibrio. In ogni caso, secondo la Cgil, questi dati non possono essere presi in considerazione per bloccare la Quota 100.