Il nuovo Conte Bis ha preso il via solo da pochi giorni, ma gli impegni e le responsabilità di governo risultano già pressanti. Pesano gli obblighi internazionali del Paese (a partire dal Patto di stabilità europeo, che si cercherà di ridiscutere) e la quadra da trovare con la prossima legge di bilancio 2020. Tematiche che sono state riprese anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante un intervento tenutosi oggi presso il Forum Ambrosetti, nel quale ha parlato proprio del "necessario riesame delle regole del patto di stabilità" per avviare "una nuova fase di rilancio".
Resta il fatto che nel riordino dei conti il capitolo previdenziale dovrebbe avere un ruolo chiave all'interno della prossima manovra. A partire dai risparmi ottenibili attraverso il ripensamento della quota 100, dalla quale emerge comunque un "tesoretto" per via delle mancate richieste rispetto alle stime iniziali.
Pensioni anticipate 2020: nessuno stravolgimento per quota 100, ma possibili ritocchi al ribasso
Non è un mistero che la quota 100 sia stata al centro di numerosi tavoli tecnici durante le discussioni tra PD e M5S per la formazione del governo. La misura porta infatti in dote diversi miliardi di risparmi già nel corso del 2019, ma potrebbe garantire anche maggiori risorse nel caso di un ripensamento della platea dei destinatari in favore di altre opzioni considerate più eque e sostenibili.
Attualmente il provvedimento permette l'accesso alla pensione a partire dai 62 anni di età e con al meno 38 anni di contribuzione. Tra le ipotesi circolate recentemente il termine anticipato della sperimentazione di un anno o l'innalzamento dei requisiti di maturazione dell'opzione. Resta però implicito che il provvedimento risulterà ancora disponibile nel corso del 2020, anche qualora dovesse subire modifiche sostanziali.
La nuova flessibilità previdenziale: verso l'APE strutturale e la proroga dell'Opzione donna
Nella pratica, la nuova flessibilità previdenziale potrebbe vedere protagonista anche la prosecuzione di alcune misure che altrimenti sarebbero scadute definitivamente nel corso del 2019. Si pensi ad esempio all'APE sociale, un'opzione che consente la quiescenza anticipata senza penalizzazioni a partire dai 63 anni di età e con almeno 30-36 anni di versamenti nei casi di disagio previsti dal legislatore.
Probabile è anche l'estensione dell'APE volontaria, che permette a tutti l'uscita dal lavoro alla stessa età e con appena 20 anni di versamenti, seppure con una piccola trattenuta mensile a compensazione del prestito ponte (alla quale si accompagnano però vantaggi fiscali). Infine, non meno interessante appare la possibile proroga della pensione anticipata tramite Opzione donna. Attualmente la misura consente il pensionamento anticipato a partire dai 58 anni di età (un anno in più per le lavoratrici autonome) e 35 anni di versamenti, accettando il ricalcolo interamente contributivo. Anche in questo caso senza una proroga il provvedimento risulterebbe in scadenza al termine di quest'anno.