Dalla revisione di Quota 100, al compromesso del salario minimo, all'introduzione della proroga dell'Ape Sociale e alla riduzione del cuneo fiscale. Sono queste le principali misure contenute nel programma targato Pd-M5S che dovrebbero essere discusse in vista dell'approvazione della nuova Legge di Stabilità 2020.

Si studia il restyling di Quota 100

Come ormai noto, la principale priorità del Governo Conte bis è la sterilizzazione dell'aumento dell'Iva previsto per il 2020 e pertanto, occorrerebbe trovare le coperture economiche necessarie al fine di finanziare l'intervento.

In primo luogo, si pensa ad una modifica radicale della misura bandiera della Lega: il Partito Democratico, infatti, starebbe puntando su un restyling della misura che potrebbe portare ad importanti modifiche ad un notevole risparmio pari a circa dodici miliardi di euro. Tra le ipotesi, anche l'abrogazione di Quota 100 a partire dal 2020 senza consentire il termine della sperimentazione. Inoltre, si studia la ridefinizione delle finestre di uscita con l'obiettivo di ridurre i flussi annuali oltre a rendere vincolante l'adeguamento automatico dei requisiti pensionistici alla speranza di vita ad esclusione dei lavoratori precoci e addetti alle mansioni particolarmente faticose.

Stando a quanto riporta il quotidiano economico "Il Sole 24 Ore", l'altra ipotesi lanciata dal Governo giallo-rosso riguarda, invece, l'innalzamento della soglia anagrafica che passerebbe dai 62 ai 64 anni di età.

Tra le ultime ipotesi, invece, figura il passaggio da quota 100 a quota 101 o addirittura a quota 102 che innalzerebbe a soglia contributiva dagli attuali 38 anni ai 39 anni. Restano comunque solo delle ipotesi che apriranno un tavolo di discussione a partire da ottobre, il giorno in cui si aprirà il cantiere della nuova manovra finanziaria.

Intanto, si fa sempre più avanti l'idea di rafforzare l'Ape Sociale introdotto dall'allora Governo Renzi.

Si punta all'introduzione del salario minimo

Si discute anche sul salario minimo anch'esso contenuto nel programma stilato da Pd e Movimento 5 Stelle con lo scopo di garantire una retribuzione giusta a beneficio dei lavoratori: al Senato ci sarebbe pronta già una proposta avanzata dai pentastellati che mira all'introduzione di un salario minimo pari a nove euro l'ora.

Mentre per i lavoratori e per le imprese, si prevede una netta riduzione del cuneo fiscale e contributivo volto ad incrementare i consumi e gli investimenti. Tra i punti del programma del Governo Conte bis, anche una rimodulazione del bonus degli 80 euro e un taglio dei contributi per favorire la misura inerente il salario minimo. Tuttavia, la soluzione migliore comporterebbe un onere pari a 15 miliardi di euro spalmati in tre anni.