Con l'ufficializzazione del nuovo governo Conte bis si prepara alla ripartenza anche l'attività di governo e riprendono consistenza i numerosi dossier riguardanti la previdenza ed il welfare. Si tratta di tematiche importanti, ma soprattutto di provvedimenti sui quali sono rimaste in sospeso moltissime rivendicazioni che attendono risposte immediate, sia per la delicatezza della situazione quanto per la scadenza di alcune opzioni di flessibilità previdenziale. Si pensi all'opzione donna o all'APE sociale, destinate a terminare alla fine del 2019 senza ulteriori interventi di proroga o stabilizzazione.
Riforma pensioni: il Ministero del Lavoro va a Nunzia Catalfo (M5S)
In tal senso, tra le notizie dell'ultima ora assume particolare importanza l'assegnazione del Ministero del Lavoro a Nunzia Catalfo. L'esponente del Movimento 5 Stelle è la prima firmataria della proposta di legge del reddito e delle pensioni di cittadinanza nel 2013 e anche di quella relativa al salario minimo avvenuta nella scorsa legislatura. Con lo scioglimento della riserva il Premier Conte ha svelato i nomi dei 21 Ministri (tra i quali figura appunto Nunzia Catalfo) che giureranno nella giornata di domani. Dopodiché si partirà immediatamente con il lavoro; è probabile che gli impegni istituzionali e di verifica dei tavoli tecnici saranno numerosi sin da subito, vista la situazione e tenuto conto della scadenza ristretta per la stesura della prima bozza della legge di bilancio 2020.
D'altra parte, proprio all'interno della prossima manovra dovranno concretizzarsi i primi provvedimenti di riforma del lavoro, del welfare e della previdenza.
Tra i dossier del Conte bis Quota 100, pensioni di garanzia e la proroga dell'opzione donna
Nel frattempo dal Sole 24 Ore arrivano già le prime indiscrezioni di stampa su quelli che saranno i temi chiave per il Ministero del Lavoro nell'agenda del governo giallo - rosso.
Per quanto concerne le tutele dei giovani lavoratori (iscritti al sistema contributivo puro) torna in auge la necessità di avviare la pensione di garanzia. In questo senso bisogna infatti ricordare che chi ha iniziato a versare contributi dal 1996 non usufruisce degli adeguamenti al minimo e rischia di andare in pensione con assegni sempre più bassi e ad un'età sempre più avanzata.
Per quanto concerne invece il tema della flessibilità previdenziale spunta la possibile proroga dell'opzione donna al 2020. Tra le opzioni in scadenza guadagna punti anche l'APE sociale, che potrebbe essere rinforzata e resa strutturale attraverso un ripensamento della quota 100. Quest'ultima potrebbe vedere un'inasprimento dei requisiti anagrafici di accesso (dagli attuali 62 ai 64 anni di età) ed un anticipo della scadenza alla fine del 2020 (contro la possibilità prevista attualmente di scegliere l'opzione fino al 2021). Infine, dovrebbe trovare una nuova centralità il welfare, attraverso la valorizzazione dei lavori di cura e del ruolo del caregiver. Un tema che risulta particolarmente urgente per mitigare il gender gap esistente nel mondo del lavoro e inevitabilmente anche nel comparto previdenziale.