Continua il dibattito intorno alla riforma delle Pensioni anticipate a quota 100 con i tecnici dei due partiti di Governo, il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico, impegnati a studiare una soluzione che possa abbassare i costi della misura pensionistica voluta da Matteo Salvini per superare la riforma delle pensioni di Elsa Fornero. Intorno al dibattito, nelle ultime settimane si sono fatte varie ipotesi che vanno dallo stop della sperimentazione delle pensioni a quota 100 a fine 2020, con un anno di anticipo rispetto al triennio 2019-2021, fino all'aumento dei requisiti richiesti l'uscita, anagrafici o contributivi, che innalzerebbero la quota a 101 o a 102, svantaggiando soprattutto i nati negli anni 1958 e 1959.
Tra le varie ipotesi si inserisce anche quella dell'ex Ministro del Lavoro Cesare Damiano che suggerisce una soluzione che tenga in vita le pensioni anticipate a quota 100 fino alla scadenza del 2021, ma ne aumenti l'età di uscita.
Pensioni anticipate: ultime notizie oggi su riforma della quota 100, proposta uscita a 63 anni
La scelta del mantenimento delle pensioni anticipate con uscita a quota 100, in ogni modo, secondo Cesare Damiano va integrata con altri meccanismi pensionistici, in modo da andare incontro anche alle esigenze di uscita delle donne, dei lavoratori impiegati in mansioni usuranti e degli esodati. Senza tralasciare la quota 41 dei precoci, meccanismo che nelle intenzioni di Matteo Salvini avrebbe dovuo sostituire proprio la quota 100 dal 2022 per superare i rigidi requisiti della legge Fornero.
Secondo Damiano "quota 100 va fatta scadere e poi sostituita con l'anticipo pensionistico Ape social rafforzato". Proprio l'Ape social è deputata come misura pensionistica che più capillarmente va incontro alle necessità di pensione anticipata di chi, a 63 anni, si occupi dei familiari in stato di necessità, di chi sia rimasto senza lavoro magari a 58 o 60 anni e di chi svolga lavori gravosi ed usuranti.
Ma anche delle donne per le quali le pensioni anticipate con la quota rappresentano una meta spesso impossibile da raggiungere per via del numero ridotto degli anni di contributi. Secondo gli ultimi dati dell'Inps, aggiornati al 6 settembre scorso, delle 176 mila domande di pensione a quota 100 inoltrate dall'inizio del 2019, la maggioranza riguarda il settore privato e più di tre quarti delle richieste di pensionamento anticipato sono state presentate dagli uomini (130 mila circa contro le 46 mila delle donne).
Pensioni anticipate: quota 41 precoci, quota 100, Ape social e donne nella proposta di Damiano
Ecco, dunque, che la proposta di Cesare Damiano in merito alle pensioni anticipate a quota 100 si discosta di poco da quelle del suo partito, il Pd. Infatti, l'ex Ministro prospetta il mantenimento della misura per i tre anni previsti, ma con qualche correttivo. Su tutti, l'aumento dell'età di uscita da 62 a 63 anni, soluzione che permetterebbe una neutralizzazione più "soft" delle pensioni a quota 100. Ma occorrerà intervenire anche sull'Ape social, allargandone l'uscita agevolata a chi svolga lavori faticosi e discontinui, come ad esempio gli edili che, soprattutto negli anni della crisi, hanno subito maggiormente l'alternanza lavoro-disoccupazione.
E, naturalmente, è necessario dare seguito alle promesse delle pensioni a quota 41, dove la possibilità di pensionamento sia garantito dal solo requisito contributivo. "Bisogna superare l'impostazione degli ultimi decenni del secolo scorso - spiega Damiano - stabilendo che a 63 anni si possa andare in pensione e introducendo elementi di flessibilità soprattutto per chi svolga lavori pesanti".