Proseguono le rivendicazioni delle lavoratrici che chiedono maggiore attenzione alle differenze di genere ed al riconoscimento del lavoro di cura nell'accesso alla pensione. Nella serata di ieri la fondatrice del Comitato Opzione Donna Social Orietta Armiliato è tornata a fare il punto della situazione in vista della prossima legge di bilancio 2020, evidenziando le criticità relative alle attuali regole di accesso alla quota 100 per il pubblico femminile.

Armiliato (CODS) ricorda le esigenze delle donne

Stante la situazione appena descritta, per l'amministratrice del CODS vi è una larga concordanza in merito al fatto che la nuova opzione di accesso flessibile all'Inps tramite la quota 100 "si sia rivelata poco adatta alle esigenze delle donne".

Il riferimento va in particolare al requisito contributivo, che impone il raggiungimento di almeno 38 anni di versamenti (assieme ai 62 anni di età) al fine di poter far valere l'opzione di prepensionamento. Un vincolo che appare davvero penalizzante per le donne, visto che moltissime si sono trovate davanti allo sviluppo di carriere discontinue o part time, dovute alle mancanze del nostro attuale sistema di welfare ed all'impegno profuso nella cura della propria famiglia.

Il Comitato rilancia la 'quota 100 rosa' con uno sconto di due anni sui versamenti

Per i motivi appena evidenziati, il Comitato Opzione Donna Social torna a chiedere il riconoscimento del lavoro di cura alla platea femminile, attraverso uno sconto di due anni sul requisito contributivo applicato alla quota 100.

Nella pratica, l'accesso all'Inps si otterrebbe in tal caso a partire dai 62 anni di età e con almeno 36 anni di versamenti (anziché gli attuali 38 anni di contributi). Per Orietta Armiliato si tratta di una possibilità "onesta ed equilibrata", anche facendo riferimento alle statistiche sui pensionamenti recentemente diffuse dall'Inps.

Con i dati alla mano si evidenzia infatti che su 175mila pratiche inoltrate all'istituto pubblico di previdenza ai primi di settembre solo 45mila riguardano la quiescenza di donne (ovvero meno di un terzo del totale complessivo). Dal CODS si chiede quindi un cambio di passo, anche attraverso il sostegno e l'interlocuzione con le parti sociali.

L'amministratrice ha infatti concluso il proprio intervento chiedendo ai segretari confederali Domenico Proietti (Uil), Roberto Ghiselli (CGIL) e Ignazio Ganga (Cisl) "di aiutarci a sostenere questa istanza che andrebbe equamente incontro ai bisogni delle lavoratrici". Allo stesso modo, dal Comitato arriva un appello anche ai principali rappresentanti politici parlamentari ed al governo, affinché si possa ricevere una risposta positiva sulla vicenda nel breve termine.