Le Pensioni anticipate con la quota 100 per il 2020, ad oggi, appaiono al riparo da possibili novità relative ai meccanismi di uscita. Per il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, infatti, la quota 100 rappresenta un pilastro delle pensioni anticipate da confermare nella Manovra economica e finanziaria di fine anno. Quota 100 non si tocca nemmeno per il Movimento 5 Stelle, i sindacati e, ovviamente, per la Lega di Matteo Salvini che fortemente ha voluto questo meccanismo di pensionamento anticipato per superare la riforma Fornero.
I renziani, invece, sono pronti a dar battaglia in Parlamento per l'abolizione dell'uscita a 62 anni e con 38 di contributi già a partire dal prossimo anno o, quantomeno, per allungare le finestre di uscita a sei o nove mesi già dal prossimo anno. In ogni modo, la misura resterà in vigore come possibilità di pensionamento anticipato sicuramente fino al termine del 2021, ma un possibile ritocco delle finestre andrebbe ad allungare l'attesa per la pensione di determinate categorie di lavoratori.
Pensioni anticipate, ultime notizie oggi su riforma quota 100 e finestre uscita
Infatti, con l'allungamento della finestra di uscita delle pensioni anticipate a quota 100 a rischiare sarebbero i prossimi che possono andare in pensione con la misura.
Infatti, nel 2020 saranno i nati nel 1958 a maturare l'età di 62 anni e, con un numero sufficiente di contributi, avrebbero accesso alla quota. Èl improbabile, al momento, che il meccanismo delle finestre possa andare a modificare i tre o sei mesi previsti di finestra nel prossimo anno. Più probabilmente a dover rimandare l'uscita potrebbero essere i nati nel 1959 la cui maturazione dei requisiti con le pensioni a quota 100 è prevista nel 2021, ultimo anno di sperimentazione del meccanismo agevolato.
Secondo le ultime ipotesi di modifica della quota 100, le attuali finestre di uscita, ovvero il lasso di tempo tra la maturazione dei requisiti della quota 100 e l'ottenimento effettivo dell'assegno di pensione, potrebbero essere aumentate di tre mesi. Pertanto, i lavoratori del settore privato dovrebbero attendere sei mesi (dagli attuali tre) per vedersi accreditare la pensione, mentre i lavoratori della Pubblica amministrazione e della scuola avrebbero una finestra di ben nove mesi (dagli attuali sei).
Pensione: uscita anticipata nel 2020 con quota 100, opzione donna e Ape social a 63 anni
Dunque, i nati del 1959 molto probabilmente potrebbero vedersi modificare i meccanismi di uscita relativi alle pensioni anticipate a quota 100 prima ancora dei nati del 1960 che, dato ormai quasi per certo il mancato allungamento della quota 100 tanto più alle migliori condizioni agevolate, non potranno avvalersi di questa misura a partire al 1° gennaio 2022. In assenza di una misura di continuità con la quota 100, ovvero quella che nel precedente Governo Matteo Salvini e Luigi Di Maio avevano individuato nella quota 41 da introdurre proprio a partire dal 2022, i lavoratori sarebbero costretti ad attendere la pensione di vecchiaia a 67 anni oppure la maturazione dei 42 anni e dieci mesi per la pensione anticipata.
Le alternative per il 2020, messe nero su bianco nella recente programmazione della Manovra economica saranno la proroga dell'opzione donna (che però risulta svantaggiosa per il taglio dell'assegno di pensione), l'anticipo pensionistico Ape social (con uscita a 63 anni ma esclusivamente a favore di determinate categorie di lavoratori) e la quota 41 dei lavoratori precoci (con uscita alla maturazione di 41 anni di contributi ma con almeno dodici mesi versati entro i 19 anni).
Riforma pensioni, fine quota 100 dal 2022: ipotesi uscita con quota 92 e pensione anticipata a 64 anni
Ipotesi di riforma delle pensioni, con riduzione dei costi dell'uscita anticipata con quota 100 e suo successivo superamento, sono sul tavolo del Governo.
Si lavora, come hanno annunciato i ministri Nunzia Catalfo e Roberto Gualtieri, alla riforma delle pensioni dei prossimi anni. Primo obiettivo è quello di eliminare quota 100 al termine del 2021, ma anche quello di evitare lo scalone dei cinque anni per chi i 62 anni li compie nel 2022, ovvero i nati nel 1960. Di particolare attenzione è il pacchetto di riforma delle pensioni preparato da Tommaso Nannicini del Partito democratico per il quale la soluzione risiede nell'introduzione di meccanismi pensionistici con flessibilità strutturali. In altre parole, per evitare che possa ripresentarsi la stessa situazione della riforma Fornero, ovvero con migliaia di lavoratori esodati dalla quota 100, occorrerà introdurre una pensione anticipata accessibile all'età di 64 anni e con almeno venti di contributi a patto che il futuro pensionato accetti il ricalcolo interamente contributivo del suo assegno di pensione e, dunque, una penalizzazione al pari delle lavoratrici che escono con l'opzione donna.
Ulteriore misura per ammortizzare le mancate uscite di quota 100 è la riforma dell'Ape social con la quota 92: si permetterebbe, alle categorie di lavoratori svantaggiati, disoccupati, inabili o con familiari invalidi a carico, usuranti e gravosi di poter andare in pensione anticipata a 62 anni e con trenta di contributi.