Arrivano novità sui requisiti di uscita per le Pensioni di vecchiaia a partire dal 2021: fermo restando i contributi necessari per la pensione anticipata fino al 2026 e quelli del triennio di sperimentazione 2019/2021 delle pensioni a quota 100, i pensionamenti di vecchiaia potrebbero richiedere un mese in più di età in base agli ultimi dati rilevati dall'Istat. Infatti, è previsto un nuovo scatto del meccanismo di adeguamento delle pensioni alla speranza di vita essendo aumentata nel 2018 rispetto al 2017. Inoltre, ed è il dato più importante per la determinazione dei requisiti di uscita delle pensioni, è aumentata anche la speranza di vita a partire dai 65 anni, ovvero negli anni in cui si esce generalmente da lavoro e si gode della pensione, non rientrando più nella popolazione attiva.

Pensioni di vecchiaia: ultime novità di oggi su aspettativa di vita, dal 2021 uscita a 67,1

Dunque, dal 2021 e fino a tutto il 2022 potrebbe essere necessario rimanere a lavoro un mese in più prima di arrivare alla pensione. Infatti, le pensioni di vecchiaia, in base agli ultimi aggiornamenti rilasciati dall'Istat, richiederebbero l'uscita a 67 anni e un mese rispetto ai 67 anni validi fino al 31 dicembre 2020. L'aumento è determinato dal meccanismo dell'aspettativa di vita: secondo i dati Istat, l'età media è passata dagli 82 anni e sette mesi del 2017 agli 83 anni del 2018 (la media degli uomini è stata di 80,9, quella delle donne di 85,2). Ma il dato più importante nel determinare i requisiti anagrafici di uscita delle pensioni di vecchiaia è quello riguardante la media della speranza di vita dai 65 anni di età: infatti, anche questo indice è cresciuto a 20 anni e nove mesi nel 2017/2018 rispetto ai 20 anni e sette mesi del 2016.

L'aumento dell'età delle pensioni di vecchiaia del biennio 2021/2022 è determinato proprio dal valore registrato nel biennio 2017/2018 rispetto al valore del 2016: la differenza della speranza di vita dopo i 65 anni determina l'aumento dell'età di uscita delle pensioni di vecchiaia di un mese. La norma sull'aspettativa di vita prevede, inoltre, che dal 2017 lo scatto non possa superare i tre mesi e, se dovesse risultare superiore, l'eccedenza verrebbe "addebitata" nel biennio successivo.

Inoltre, l'ufficializzazione dell'incremento dell'età delle pensioni di vecchiaia avverrà entro la fine del 2019 attraverso una comunicazione proprio dell'Istat che dovrà essere recepita da un decreto congiunto della Ragioneria Generale dello Stato e dal Direttore generale delle Politiche previdenziali del Ministero del Lavoro.

Pensioni anticipate e quota 100 stabili, aumento pensioni di vecchiaia dal 2021: verifica uscita

In base alle ultime novità registrate dall'Istat, dunque, è possibile definire i requisiti delle pensioni a partire dal 2021: tenendo presente che le pensioni anticipate rimarranno ferme a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne fino al 2026 in base a quanto disposto dalla legge di Bilancio 2019 e che la quota 100 rimarrà stabile fino al 31 dicembre 2021 a 62 anni e 38 di contributi, la pensione di vecchiaia rimarrà a 67 anni fino al 31 dicembre 2020. Pertanto, rifacendosi ai calcoli dei requisiti di uscita potranno andare in pensione ancora entro la fine di quest'anno i nati fino al 31 dicembre 1952 ed entro tutto il 2020 i nati non oltre la fine del 1953.

Con il mese di aumento della pensione di vecchiaia nel 2021 (pensione a 67,1), potranno uscire i nati entro il 30 novembre del 1954, mentre nel 2022, per verificare la propria pensione, si dovrà essere nati non oltre il 30 novembre del 1955. Ulteriori incrementi di età sono previsti nel biennio 2023/2024: con la pensione di vecchiaia a 67 anni e tre mesi, la propria data di nascita non dovrà essere più recente di fine settembre del 1956 (per le pensioni del 2025) e dello stesso mese, ma del 1957, per le uscite del 2026.