Quota 100 terminerà nel 2021 e non verrà rinnovata. È questa la principale notizia di oggi, 9 ottobre, sul tema riforma pensioni, che tocca da vicino milioni di cittadini italiani. L'anticipo pensionistico, introdotto per il triennio 2019-2021 dal precedente Governo formato da M5S e Lega, non avrà una proroga dopo la sua naturale scadenza.

Ad affermarlo senza lasciare adito a dubbi di alcun tipo è stato proprio il presidente dell'Inps Pasquale Tridico, nella trasmissione Circo Massimo su Radio Capital, che concorda su tutta la linea con quanto già anticipato in precedenza dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri.

Quota 100 non si tocca, aveva dichiarato con fermezza il capo del Dicastero economico, salvo poi specificare che l'anticipo pensionistico non verrà toccato prima della sua naturale scadenza, ma che comunque non riceverà alcuna proroga dopo il 2021.

Pensioni: perché Quota 100 non sarà rinnovata

Le motivazioni alla base di questa decisione sono molto chiare: Quota 100 non è economicamente sostenibile. Gli esperti lo affermavano ben prima che il Governo gialloverde decidesse comunque di procedere verso questa strada: l'anticipo sulle Pensioni non avrebbe generato automaticamente un ricambio generazionale. E così è stato. Il risultato è ritrovarsi in mano un paese, in cui l'età media della popolazione è già piuttosto elevata, con diverse richieste di pensioni anticipate a cui fa da contraltare un alto tasso di disoccupazione giovanile che non accenna invece a calare.

Ricordiamo che Quota 100 prevede l'accesso alla pensione anticipata con 62 anni anagrafici compiuti e 38 anni di anzianità contributiva alle spalle. Alla fine di settembre erano all'incirca 185mila i lavoratori che hanno presentato domanda. Secondo i dati dell'Inps, poco più di 68mila domande provenivano da dipendenti privati e 57mila da dipendenti pubblici.

Riforma pensioni: quanto è costata Quota 100 allo Stato

La spesa che lo Stato ha dovuto sostenere dalle pensioni con Quota 100, per il 2019, è di 48 miliardi; alla fine del triennio, tra il 2021 e il 2022, si stima che la spesa previdenziale totale dell'Inps sarà superiore ai 300 miliardi di euro. Le domande arrivate sono di poco inferiori alle stime previste, ma la spesa risulta essere in ogni caso un onere non più sostenibile per lo Stato.

Gli stessi sindacati, che puntano invece ad ottenere una rivalutazione delle pensioni con adeguamento all'inflazione, sono sempre stati scettici e critici nei confronti di Quota 100 che, ricordiamo, è stata fortemente voluta dalla Lega di Matteo Salvini. Il leader della Cgil, Maurizio Landini, ha dichiarato: 'Il problema della riforma pensioni si risolve con l'eliminazione della legge Fornero e non con Quota 100'.