L'analisi condotta sull'Italia dal Fondo Monetario Internazionale tocca tutti i più importanti temi di politica economica: dalla pensione anticipata al reddito di cittadinanza, dall'IVA ai tassi, passando per la scarsa produttività del nostro paese. Non si fanno sconti insomma e, anzi, il messaggio è davvero molto chiaro, soprattutto per quanto riguarda la delicata tematica relativa alla riforma previdenziale, che ogni giorno anima la discussione politica nazionale. Vediamo dunque nel dettaglio a che punto si trova il dibattito sulla riforma Pensioni e cosa hanno dichiarato gli analisti del Fondo Monetario Internazionale.

Riforma pensioni: la posizione dell'INPS e dei sindacati

Cosa vogliono i sindacati è ormai chiaro da tempo, la proposta sul tavolo è sempre la stessa: andare in pensione a partire da 62 anni di età e con un minimo di 20 anni di versamenti, senza alcuna penalizzazione per chi si ritrova 'incastrato' nel sistema misto retributivo-contributivo. Una strada sicuramente molto allettante per i lavoratori, ma certamente alquanto dispendiosa per le casse dello Stato. Il rischio di incappare in un danno economico senza precedenti è davvero molto alto. L'idea avanzata dal presidente dell'INPS, Pasquale Tridico, sembra invece essere più concretizzabile: con il lavoratore che risulta libero di scegliere a che età andare in pensione, ma con il calcolo contributivo, che diventerà comunque effettivo per tutti a partire dal 2036.

In questo caso, ovviamente, chi dovesse optare per la pensione anticipata si ritroverebbe con un assegno ridotto.

Pensione anticipata con Quota 100 e superamento della Fornero

Al momento sono in vigore diverse forme di pensione anticipata, tra cui la tanto discussa Quota 100, entrata in vigore all'inizio del 2019 e che scadrà naturalmente nel 2021, che consente di lasciare il lavoro con 62 anni di età e 38 anni di contributi versati.

Una volta giunta ad esaurimento, si ritornerà ad andare in pensione a 67 anni di età, oppure a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Tutto ciò se il Governo non troverà la via definitiva per superare la legge Fornero e attuare una nuova riforma pensioni. Nell'Esecutivo si vuole infatti scongiurare che, una volta "scaduta" Quota 100, si verifichi un balzo notevole di età per andare in pensione.

Pensioni: le ipotesi del Governo e l'analisi del Fondo Monetario Internazionale

Al vaglio del Governo ci sono dunque diverse proposte e molti compromessi. La più appetibile sembra al momento quella che consentirebbe di andare in pensione a 64 anni di età, con 37 o 38 anni di contributi versati, ricalcolando il tutto con il sistema contributivo. A farne le spese saranno coloro che ricadono nel contributivo in vigore dal 1996; il principio infatti è molto chiaro: chi vuole andare in pensione anticipata deve percepire un assegno più basso.

Concetto perfettamente in linea con quanto espresso dagli analisti del Fondo Monetario Internazionale, che non hanno alcun dubbio: se la fine di Quota 100 è una buona notizia per i conti pubblici dell'Italia, siamo ancora molto lontani dalla messa in sicurezza avviata - si legge su Il Sole 24 Ore - dalla legge Fornero.

Il nostro Paese, stando all'analisi del Fondo Monetario Internazionale, deve quindi ripensare a nuovi meccanismi per la flessibilità in uscita, ma senza gravare sulle casse dello Stato: la pensione anticipata deve essere accompagnata da un assegno più leggero, che tenga conto dei mancati versamenti contributivi.