Sono ancora molteplici i nodi sulla Manovra economica e finanziaria riguardanti il capitolo delle Pensioni: per quelle anticipate a quota 100 c'è il rischio di aumentare il tempo di uscita per l'allungamento delle finestre, ovvero dell'arco temporale tra la maturazione dei 62 anni minimi di età e dei 38 anni di contributi e l'effettiva andata in pensione con l'incasso del primo assegno. Per i già pensionati, invece, la perequazione non ha prodotto gli aumenti sperati dalla categoria con un innalzamento degli assegni quantificabile in appena 25 centesimi di euro mensili, peraltro lordi, e solo per determinate fasce di reddito.

Da qui nasce il malcontento dei delusi dal Governo giallorosso. I pensionati, da sempre definiti come il "bancomat" dei vari governi, e i contribuenti in attesa di andare in pensione temono che vengano demolite due certezze, ovvero che le pensioni non siano più in linea con l'andamento del costo della vita e che venga riformata, e in peggio, l'uscita anticipata.

Pensioni anticipate a quota 100: ultime novità di oggi sulle finestre di uscita a sei mesi

In primo luogo i timori per le pensioni anticipate con uscita a quota 100. Ad oggi, infatti, il Governo giallorosso si è limitato a programmare una sostanziale riduzione del fondo per le uscite con questa misura dovuta, tuttavia, al numero ridotto delle domande di pensione a quota 100 nel corso del 2019.

Infatti, le domande presentate sono state di circa un terzo inferiori a quelle stimate nel momento in cui era stata varata la legge di Bilancio a fine anno scorso, poi integrata dal Decreto numero 4 del 2019 entrato in vigore a fine gennaio. Tuttavia, oltre al numero inferiore di domande pervenute, secondo quanto scrive Il Tempo, le tentazioni del Governo potrebbero portare a trovare i fondi necessari per evitare la Sugar e la Plastic Tax proprio dalle pensioni a quota 100.

Più precisamente, i risparmi potrebbero arrivare dall'innalzamento delle finestre di uscita della quota 100 per i lavoratori del settore privato. Da quella che è una proposta del Partito democratico, infatti, si aumenterebbero di tre mesi le uscite dei lavoratori privati andando a pareggiare le finestre di uscita (a sei mesi) di quelle dei lavoratori della Pubblica Amministrazione.

La proposta è stata presentata, se non proprio per il 2020, almeno per l'ultimo anno di sperimentazione delle pensioni a quota 100, il 2021. Da una prima stima dei risparmi, si parla di circa 600 milioni di euro di risorse da spostare verso altri obiettivi della Manovra economica.

Oltre alla pensione anticipata a quota 100, i nodi del Governo sulla rivalutazione delle pensioni

Oltre alle pensioni anticipate a quota 100, l'altro nodo del sistema previdenziale riguarda la perequazioni degli assegni di pensione al costo della vita. Infatti, le fasce di reddito che vedranno l'aumento completo degli importi pensionistici di circa lo 0,5 per cento (è questa la percentuale di perequazione all'indice di inflazione), sono le prime quattro, corrispondenti ad importi lordi delle pensioni fino a 2029 euro.

Tuttavia, la fascia più alta di queste, le pensioni di importo da tre a quattro volte superiore al minimo pensionistico, secondo il provvedimento dell'anno scorso avrebbero dovuto essere adeguate non al 100% ma al 97% del tasso di inflazione rilevato dall'Istat. Il Governo giallorosso ha esteso l'adeguamento completo anche a questa fascia ma, secondo i conti fatti dalla Cgil, l'incremento si traduce in appena 25 centesimi lordi mensili. Rimane, invece, il taglio dell'adeguamento per le pensioni più alte: dai 2.029 ai 2.510 euro netti l'incremento è del 77% dello 0,50 per cento di inflazione, mentre le pensioni fino a 3.012 euro avranno una rivalutazione del 52% sul tasso stimato del costo della vita.