Una rivisitazione del sistema previdenziale basata sulla flessibilità ed un possibile blocco dell'innalzamento dell'età pensionabile in base all'aspettativa di vita. Almeno a partire da una certa età. E' quanto emerge da un'intervista rilasciata dal Presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, a Il Messaggero, in merito a quelle che potrebbero essere le nuove strategie legate al futuro delle Pensioni in Italia. Il tutto da mettere a punto nel prossimo biennio, considerato dal numero uno dell'ente previdenziale una grande occasione affinché si possano individuare nuove soluzioni d'uscita dal mondo del lavoro.
Una parentesi temporale che, tra l'altro, corrisponde a quella residua per Quota 100, misura destinata ad esaurirsi alla fine del 2021.
Tridico punta sulla flessibilità
Pasquale Tridico ha messo in evidenza il fatto che, al momento, i due anni che separano l'attuale fase da quella in cui Quota 100 cesserà di esistere, rappresentino un margine temporale per studiare soluzioni e novità che possano essere condivise con le parti sociali. Il numero uno dell'Inps, per il futuro, ha sottolineato come andrebbe abbandonata l'idea di un pensionamento che possa avere per tutti la stessa età. L'obiettivo, secondo quanto da lui espresso, sarebbe quello di mettere in atto un sistema di coefficienti che, per ogni categoria, possa individuare uscite flessibili. L'obiettivo è che chi svolge mansioni pesanti possa avere quantomeno la facoltà di raggiungere la pensione prima rispetto agli altri.
"Il minatore - ha esemplificato - avrà un indice di gravosità più alto e quindi potrà uscire prima".
Tridico vuole dare più certezze a chi è vicino alla pensione
Senza mezzi termini il presidente dell'Inps ha, inoltre, sottolineato come ritenga ingiusta la regola secondo cui, in proporzione alla rilevazione dell'aumento dell'aspettativa di vita, si innalzino i requisiti di pensionamento.
In particolare, Tridico mette in risalto come si tratti di un meccanismo sbagliato soprattutto per chi è prossimo alla pensione. "Si dovrebbero - ha detto - neutralizzare gli effetti degli incrementi dell'età di pensionamento da una determinata età in poi, ad esempio dai 60 anni".
L'obiettivo è che, per ogni anno di nascita dei lavoratori, ad un certo punto si diano certezze legate all'età pensionabile e all'aspettativa di vita.
L'orizzonte è quello di riuscire a fare in modo che, superata una certa soglia anagrafica, nessuno possa venire a conoscenza di dover lavorare di più solo perché l'Istat ha rilevato che si vive di più. Norma, al momento, esistente. Non resta che attendere per cercare di capire cosa accadrà.