Alberto Brambilla, presidente del centro studi Itinerari Previdenziali, ha fornito la sua opinione sull'attualità del sistema previdenziale. Lo ha fatto nell'ambito di un'intervista rilasciata a Repubblica che, tra l'altro, lo ha definito una voce molto 'ascoltata' dalla Lega. Dato singolare, se si considera che, di fatto, evidenzia il risultato non eccezionale della misura fortemente voluta dal Carroccio e dal M5S ai tempi del governo gialloverde. Nell'occasione ha anche lanciato l'ipotesi di lasciare una riforma delle Pensioni che porti ad un'uscita dal lavoro che possa avvenire con 64 anni di età e 38 di contributi.
Per Brambilla giusto far andare Quota 100 ad esaurimento
Alberto Brambilla non ha utilizzato mezzi termini per mettere in rilievo come i numeri di Quota 100 abbiano reso la misura un flop. "Non ha risolto - ha evidenziato - i problemi di rigidità della Fornero e non ha creato la staffetta annunciata". Evidente il riferimento al fatto che, tra i benefici auspicati per Quota 100, c'era stato quello di un turn over nei luoghi di lavoro attraverso l'uscita dei neo pensionati e l'impiego di nuova forza lavoro da trovare tra i più giovani. E l'adesione è stata al di sotto delle previsioni. "Nel 2019 - ha proseguito Brambilla - andranno in pensione con quota 100 in 175mila. Se consideriamo l'intero pacchetto, siamo a 214mila anziché i 330mila stimati".
Il governo ha scelto di far andare la misura ad esaurimento alla fine del 2021. Una prospettiva benedetta da Brambilla che, pur sottolineando la riuscita tutt'altro che ottimale di Quota 100, ha evidenziato un altro aspetto :"Abolirla nel 2020 avrebbe comportato 10mila esodati, persone già pronte ad uscire in base ad accordi aziendali".
Brambilla pensa ad una riforma complessiva
Secondo Brambilla potrebbe essere arrivato il momento di una vera riforma sulle pensioni. "Propongo - ha detto- un'uscita a 64 anni di età e 38 di contributi, ma con ricalcolo contributivo".A ciò ha aggiunto l'ipotesi dell'istituzione di una pensione di vecchia a 67 anni per tutti, adeguata eventualmente all'aspettativa di vita.
L'eventuale uscita anticipata a suo avviso, invece, dovrebbe essere bloccata per sempre a 42 anni e 10 mesi, con uno sconto di un anno per le donne. Per i giovani, invece, ha detto di pensare ad una pensione di garanzia da 630 euro per i giovani, ma con almeno 30 anni di contributi versati e senza gli attuali vincoli. Brambilla ha anche palesato l'idea di abolire l'Ape Sociale, poichè a suo avviso le situazioni che riguardano situazioni spinose come i lavori gravosi dovrebbero essere superati grazie all'aiuto dei fondi per gli esuberi di categoria.