"Non è condivisibile la proposta del sottosegretario al Lavoro e Politiche sociali, Francesca Puglisi, in materia di riforma delle Pensioni". A sostenerlo è il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli interpellato dall’agenzia di stampa Agi a proposito della proposta di mediazione che l’esponente del governo ha anticipato oggi in un’intervista concessa al giornale La Repubblica, in vista del 27 gennaio quando prenderà il via il tanto atteso tavolo di confronto sulla questione previdenziale tra l’esecutivo giallorosso e le parti sociali già convocato dal ministro del Lavoro Nunzia Catalfo.

Pensioni, le proposte del governo al tavolo di confronto con i sindacati

L’idea del governo guidato dal premier Giuseppe Conte, anticipata oggi da Francesca Puglisi, è quella di portare a 64 anni con 35 anni di contributi i requisiti per accedere al trattamento pensionistico. Nel “pacchetto previdenza” c’è anche l’istituzione delle pensioni di garanzia per i giovani e misure in sostegno delle donne. Secondo Roberto Ghiselli. Invece, la soglia dei 35 anni di anzianità contributiva porterebbe all’esclusione della fasce più deboli, in particolare le lavoratrici che hanno versato mediamente contributi per 25 anni. Per il sindacalista sarebbe un’ulteriore penalizzazione delle donne sul piano previdenziale così come a suo dire sarebbero state anche le diverse misure messe in campo in questi anni per “superare” la tanto contestata riforma Fornero, dalla Quota 100 all’Anticipo pensionistico sociale che, secondo Ghiselli, avrebbero “falcidiato – ha detto - la componente femminile”.

I sindacati replicano alla proposta di mediazione sulle pensioni

Con questa proposta del governo, in considerazione del fatto che sarà sempre più bassa l’anzianità contributiva, secondo il dirigente sindacale non si darebbero risposte al mondo del lavoro né nel presente e nemmeno nel futuro. “Noi – ha detto Ghiselli - vogliamo una riforma che non regga per qualche anno ma che resti valida – ha sottolineato - in prospettiva”.

Sulla stessa lunghezza d’onda della Cgil guidata da Maurizio Landini la Uil guidata da Carmello Barbagallo. Sono “troppo alti” i requisiti anagrafici e contributi previsti dalla proposta illustrata dal sottosegretario Puglisi, secondo quanto ha dichiarato all’agenzia di stampa Agi il segretario confederale Uil Domenico Proietti.

Anche il dirigente sindacale della Uil ritiene che le più penalizzate sarebbero le donne ma anche gli agricoltori. “Trentacinque anni di contributi sono troppi – ha detto il sindacalista - e per questo chiediamo di introdurre una flessibilità diffusa – ha sottolineato - intorno ai 60-62 anni”.

Le voci di Cgil e Uil in vista del confronto sulla riforma delle pensioni

La proposta della Uil punta pure al superamento dello “scalone che si verrà a creare – ha detto Proietti - con la fine della sperimentazione di Quota 100", la pensione anticipata a 62 anni con 38 anni di contributi che, assieme al reddito di cittadinanza, rappresenta uno dei provvedimenti simbolo del precedente governo gialloverde.

Così i sindacati replicano al sottosegretario Puglisi lasciando sul punto, di fatto, pochi spazi di manovra per una mediazione. Lunedì 27 gennaio le parti si riuniranno e in quell’occasione sarà possibile capire che piega prenderà la discussione sulla riforma delle pensioni su cui sta lavorando il governo con l’obiettivo di superare la legge Fornero con l’introduzione di nuovi elementi di flessibilità in uscita dal lavoro verso nuove forme di pensione anticipata.