Via quota 100 nella riforma delle Pensioni anticipate in Manovra, ma flessibilità in uscita con possibilità di scegliere, facoltativamente, il calcolo della pensione futura con il meccanismo contributivo. È questa la strada tracciata al Governo per il superamento della riforma delle pensioni di Elsa Fornero assicurando anche una strada alternativa al post quota 100 del 2022. Lo stesso Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo parla di percorso avviato e da intraprendere nonostante l'insistenza dei sindacati che propongono una riforma che permetta ai lavoratori di andare in pensione a partire dai 62 anni e senza penalizzazioni.
Nell'incontro tenutosi a Palazzo Chigi tra il Governo e i sindacati sul taglio del cuneo fiscale si è tracciata la strada della duplice riforma da adottare nella prossima legge di Bilancio: da un lato la riforma dell'Irpef, dall'altro una riforma (seppure parziale) delle pensioni. Ed è di questo che si parlerà nel tavolo che il Governo ha in programma per lunedì 27 gennaio nel primo vero incontro con i sindacati sul tema della riforma delle pensioni.
Riforma pensioni anticipate, ultime novità di oggi: idea flessibilità in uscita e abolizione quota 100
Nell'incontro che si terrà lunedì prossimo, dunque, si avvierà un percorso sulla riforma delle pensioni che dovrà assicurare una soluzione al termine della sperimentazione di quota 100 e permettere la flessibilità in uscita dei lavoratori.
Su questo punto è stato ancora più deciso Pierpaolo Baretta del Partito democratico: "Se riuscissimo nella Manovra finanziaria del 2021 ad intervenire sull'Irpef e arrivare ad un provvedimento per superare le pensioni a quota 100 sarebbe non poco - ha affermato il Viceministro dell'Economia che ha rilanciato la proposta della flessibilità in uscita - Il lavoratore che scelga il contributivo, dato che tanto versa e tanto prende di pensione, avrebbe la libertà di scelta di andare via da lavoro quando vuole".
L'obiettivo principale di Baretta, dunque, è quello di arrivare subito al superamento della quota 100 con una misura che sia meno costosa per il bilancio dello Stato.
Pensione anticipata, Pd favorevole a riforma con flessibilità, abolizione quota 100 e uscita a 63 anni
Il dibattito sulla riforma delle pensioni anticipate è dunque aperto e il superamento della quota 100 è soltanto uno dei punti, anche se tra i più importanti, relativi alla discussione che si terrà al Governo nei prossimi mesi.
Luigi Marattin di Italia Viva sarebbe favorevole all'abolizione fin dal prossimo anno delle pensioni a quota 100 rendendo permanente la possibilità di uscita a 63 anni con l'anticipo pensionistico Ape social. In presenza di almeno 30 anni di contributi, senza oneri economici, si favorirebbe l'uscita dei lavoratori che versano in condizioni disagiate perché disoccupati o invalidi di almeno il 74% oppure, ancora, perché si prendono cura di persone disabili. In presenza di 36 anni di contributi ed un'età minima di 63 anni, con l'Ape social attualmente vanno in pensione anche i lavoratori la cui attività rientri tra le quindici considerate "gravose": l'idea del Pd, che ha fortemente voluto l'Ape social nel 2016, è quella di rinnovare ed estendere questa misura, soprattutto potenziandola per i lavori gravosi.
E ripristinare, inoltre, anche l'Ape volontaria, il meccanismo del prestito pensionistico che, per il 2020, non è stata confermato dalla recente legge di Bilancio. Per le pensioni anticipate, l'idea è quella di favorire la flessibilità in uscita basandola, però, interamente sul ricalcolo delle pensioni con il contributivo.
Riforma pensioni: uscita anticipata per i sindacati a 62 anni per il post quota 100
Dunque, la riforma delle pensioni ripartirà da meccanismi che permettano di superare la legge Fornero, le pensioni anticipate a quota 100 arrivando a potenziare e rendere strutturale il meccanismo contributivo. In tal modo, andare qualche anno prima in pensione rispetto alla vecchiaia prevista attualmente a 67 anni sarebbe una possibilità della quale potrebbero beneficiarne tutti, non solo i lavoratori impiegati in mansioni gravose, ma con una penalizzazione nell'assegno di pensione come ha anche sostenuto il Presidente dell'Inps, Pasquale Tridico. Si tratta delle battute iniziali e di certo i sindacati daranno battaglia, imperniati sulla proposta di uscita a 62 anni come ribadito da Landini della Cgil nei giorni scorsi.