Arrivano novità in vista della riforma Pa e del rinnovo dei contratti degli statali per quanto riguarda le assenze per malattia e le decurtazioni nel cedolino degli stipendi. Si tratterebbe di un dietrofront rispetto a quanto previsto dalla riforma della Pubblica Amministrazione dell'ex Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, che aveva introdotto una serie di tagli nelle voci "accessorie" degli stipendi dei dipendenti statali per i primi dieci giorni di assenza dovuti a malattia. Un 'memorandum' del Governo Conte in attesa dell'incontro con i sindacati per il rinnovo dei contratti dei dipendenti del pubblico impiego: l'ipotesi, formulata da "Il Messaggero", è quella che le buste paga dei dipendenti della Pubblica amministrazione riguardanti il mese successivo a quello in cui si siano verificati dei giorni di malattia, non vengano conteggiate solo con la retribuzione base nel periodo di assenza, ma percepiscano anche le indennità accessorie attualmente previste, in caso di malattia, solo per i dipendenti del settore privato.
Rinnovo contratti statali e riforma Pa: ultime novità oggi su assenze e malattie
Si tratterebbe, dunque, di una "controrivoluzione" voluta dai sindacati per le malattie riguardante il calcolo dei cedolini dei dipendenti della Pubblica amministrazione da discuterne sui tavoli del rinnovo dei contratti degli statali. Ad oggi, infatti, con la riforma Pa di Renato Brunetta, le buste paga dei dipendenti del pubblico impiego vengono alleggerite (si va dal 10 al 15 per cento al giorno, secondo le stime dei sindacati) per ogni giorno di malattia, fino a dieci, verificatosi nel mese precedente a quello dell'emissione del cedolino. Per un periodo di malattia di dieci giorni, dunque, la decurtazione nella busta paga può arrivare a 100-150 euro lordi.
La decurtazione degli stipendi era stata introdotta come misura per contrastare l'assenteismo nella Pubblica amministrazione. La riuscita della norma che elimina le penalizzazioni delle assenze dei dipendenti statali rispetto al settore privato è dettata anche dall'andamento dei dati riguardanti le assenze per malattia dell'anno scorso.
Riforma Pubblica amministrazione, le assenze per malattia in attesa del rinnovo contratti statali
Infatti, in vista della riforma Pa e del rinnovo dei contratti statali secondo quanto pubblica l'Inps, al quale sono assegnati i controlli relativi alla malattia, gli indici di assenza nel settore pubblico avrebbero mostrato un andamento costante al contrario del settore privato.
I dati aggiornati al terzo trimestre del 2019 indicano che la percentuale dei lavoratori con almeno un giorno di assenza per malattia, rispetto al totale dei lavoratori, è salita nel settore privato dal 13 al 14 per cento, mentre è rimasta stabile per i lavoratori della Pubblica amministrazione al 12 per cento. Nelle imprese private, in altre parole, ci si ammala di più rispetto alle amministrazioni pubbliche. Allo stesso modo, anche il numero delle giornate medie di assenza per malattia sono maggiori nel privato che nel pubblico: infatti, sempre dai dati dell'Inps relativi al terzo trimestre del 2019, si legge che le giornate medie di assenza nel privato sono pari a 11,6, più alte di quelle degli statali ferme ad 11,2.
Incontro Governo-sindacati gennaio per rinnovo contratti Pa e riforma: assenze per malattia
Il risultato relativo alle giornate di assenza dei dipendenti della Pubblica amministrazione potrebbe essere dettato, però, proprio dai buoni riscontri della norma messa in discussione che decurta lo stipendio dei dipendenti statali per i primi dieci giorni di malattia. Tuttavia, la norma, secondo i sindacati, è contestabile anche dal punto di vista della legittimità costituzionale dovuta alla differenza di trattamento dei dipendenti del pubblico impiego rispetto ai lavoratori del settore privato. Il vero scoglio della riforma Pa, in ogni modo, è rappresentato dal nodo legato alle coperture finanziare per realizzare il nuovo piano.
Infatti, con la decurtazione nel cedolino degli statali per i primi 10 giorni di malattia, rispetto ai dati diramati dall'Inps, su un volume di 32 milioni di giorni di malattia, alla media di 10 euro lorde per giornata di assenza, lo stato dovrebbe sostenere un costo di circa 320 milioni di euro. Risorse di difficile reperimento per il Ministero della Funzione Pubblica guidato da Fabiana Dadone già alle prese, nel primo tavolo del rinnovo dei contratti statali previsto per la fine di gennaio, con la conferma dell'elemento perequativo introdotto nel rinnovo dei contratti pubblici del 2016/2018, ovvero i 20 euro extra assicurati ai dipendenti del pubblico impiego di aumento nel cedolino per gli stipendi più bassi.