Nell'anno scolastico 2020/2021 saranno ancora oltre 100 mila le cattedre delle scuole italiane che saranno destinate ai supplenti, nonostante il bando in uscita del concorso pubblico da 24 mila cattedre il cui iter dovrebbe concludersi nel giro di pochi mesi per fare in modo che i docenti precari (con almeno 36 mesi di servizio nella Scuola) possano prendere servizio a partire dal 1° settembre. La denuncia arriva direttamente dai sindacati che avevano organizzato uno sciopero nella giornata di venerdì scorso, salvo poi desistere per l'emergenza sanitaria in cui versa l'Italia.

Tuttavia, la denuncia delle sigle riguarda varie questioni relative all'Istruzione: si va dal rinnovo dei contratti dei docenti e del personale Ata alla mobilità, fino alle risorse che dovranno essere indicate nella bozza del Documento di Economia e Finanza previsto per il prossimo aprile.

Concorso scuola e assunzioni 1° settembre 2020: sindacati denunciano ancora tanto precariato docenti

La buona notizia è dunque l'avvio delle procedure per il concorso nella scuola a copertura di 24 mila cattedre, quelle destinate ai docenti precari che abbiano già fatto almeno tre anni di servizio nella scuola. Per i vincitori del concorso l'assunzione a tempo indeterminato dovrebbe avvenire a partire dal 1° settembre 2020.

Ma l'immissione in ruolo di tanti insegnanti non servirà a coprire tutte le cattedre che, inevitabilmente ed ogni anno, rimarranno scoperte nelle scuole italiane. Infatti, Francesco Sinopoli (Cgil), Maddalena Gissi (Cisl), Giuseppe Turi (Uil), Elvira Serafini (Snals) e Rino Di Meglio (Gilda) chiedono un piano di investimenti a favore dell'Istruzione che possa arrivare a 16 miliardi di euro.

Per questo sono pronti a sedersi ad un tavolo con il Governo Conte e con il Ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, per il rispetto degli accordi siglati il 24 aprile 2019 che prevedevano, oltre all'istituzione del concorso nella scuola per 24 mila posti (altri 24 mila arriveranno dall'altro concorso per docenti, ma i tempi sono più lunghi), anche la questione irrisolta dei Dsga, l'avvio del confronto per attivare immediatamente i percorsi per reclutare ed abilitare i docenti di ruolo delle scuole statali, paritarie e dei centri di formazione professionale, la mobilità del personale Ata, degli educatori e degli insegnanti.

Concorso scuola, attesa uscita bando per immissione in ruolo 24 mila docenti dal 1° settembre 2020

I risultati finora ottenuti, complice l'atteggiamento che sta assumendo di chiusura secondo i sindacati del Ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina, è l'attesa in tempi di emergenza sanitaria del bando di concorso dei 24 mila posti nella scuola che dovrebbe immettere in ruolo i vincitori a partire dal 1° settembre. Anche se l'iter del concorso e delle relative assunzioni avvenisse in tempo per le assunzioni a partire dal prossimo anno scolastico, tuttavia la "supplentite" la farà ancora da padrona, dato che oltre 100 mila cattedre dovranno essere assegnate a supplenti provenienti soprattutto dalle regioni del Sud Italia, pronti a mettere a disposizione della scuola la propria professionalità per coprire i buchi delle immissioni in ruolo.

Concorso, assunzioni e rinnovo contratto docenti e Ata: i nodi della scuola

Ma i nodi della scuola e dell'Istruzione non riguardano solo le assunzioni e il concorso la cui uscita del bando dovrebbe avvenire a breve. I sindacati lamentano anche il ritardo nell'attivazione dei tavoli di trattativa per il rinnovo del contratto dei docenti e del personale Ata per il triennio in corso 2019/2021. Ad oggi, spiegano i sindacati, i fondi stanziati permetterebbero un incremento degli stipendi del personale della scuola pari ad 80 euro mensili medi lordi, comprendendo anche l'elemento perequativo di circa 20 euro introdotto nello scorso rinnovo contrattuale (2016/2018) per integrare i redditi più bassi della scuola alla previsione degli 85 euro medi mensili di aumento dei cedolini.

I sindacati contestano la cifra alla quale si è arrivati finora (80 euro con le risorse messe a disposizione), giudicandola non dignitosa per una categoria di lavoratori sui quali grava la responsabilità di formare le future generazioni.