Via libera al bonus di 600 euro per altri 365mila tra disoccupati e alcune categorie di lavoratori per lo più autonomi e senza partita Iva: si tratta di una platea esclusa dalle altre misure previste dal decreto "Cura Italia" del 17 marzo 2020 che ha istituito le prime indennità a favore di famiglie, imprese e lavoratori. Il nuovo bonus è previsto all'articolo 2 del decreto numero 10 del 2020 pubblicato sul portale del ministero del Lavoro e verrà pagato dall'Inps per la mensilità di marzo nei limiti di spesa di 220 milioni: dunque, chi prima presenterà domanda all'Istituto previdenziale avrà la certezza di poter ottenere il sussidio di 600 euro.

Per le mensilità di aprile e maggio occorrerà il rifinanziamento della misura mediante un nuovo decreto ministeriale.

Bonus 600 euro con o senza partita Iva: chi può richiedere indennità Inps

Potranno presentare domanda per il bonus 600 euro i lavoratori stagionali licenziati appartenenti a settori produttivi diversi dal turismo (già tutelati dal Dcpm 18 del 2020), i lavoratori intermittenti, i lavoratori autonomi occasionali che non hanno la partita Iva e gli incaricati alle vendite a domicilio. Più nello specifico, i lavoratori stagionali devono essere stati licenziati nel periodo che va dal 1° gennaio 2019 e il 31 gennaio 2020 purché, nello stesso periodo, abbiano svolto almeno 30 giornate di lavoro.

Le stesse giornate lavorative e nello stesso periodo di tempo sono richieste ai lavoratori intermittenti per richiedere l'indennità. Leggermente diversi sono i requisiti per la domanda Inps dei lavoratori autonomi senza partita Iva: per questa categoria lavorativa è previsto che tra il 1° gennaio 2019 e il 23 febbraio 2020 abbiano avuto contratti autonomi occasionali con ritenuta d'acconto e che al 23 febbraio 2020 non ne abbiano uno in corso.

Inoltre, non devono essere iscritti a forme di previdenza obbligatoria, ma alla sola Gestione separata Inps con accredito di almeno un contributo mensile tra gennaio 2019 ed il 23 febbraio 2020. Inoltre, il decreto fissa i limiti minimi dei compensi dei 13 mesi precedenti al 23 febbraio 2020: è necessario aver avuto almeno un compenso per un importo pari a 1.323 euro per il 2019 oppure a 1.330 euro per il 2020.

Tra i beneficiari del bonus 600 euro anche gli incaricati alle vendite a domicilio purché abbiano la partita Iva attiva, l'iscrizione alla Gestione separata Inps al 23 febbraio 2020, non siano iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie e abbiano un reddito riferito all'anno 2019 di oltre 5.000 euro.

Indennità 600 euro e compatibilità pensioni e Reddito di cittadinanza

Tutte le categorie, inoltre, per poter fare domanda del bonus 600 euro devono non essere titolari di altri contratti di lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato (ad eccezione del contratto da intermittente) o di pensione. L'indennità non potrà essere richiesta da chi percepisca il Reddito di cittadinanza o un'altra misura misura legata all'emergenza Covid-19 prevista dai decreti di maggio e di marzo.

Essendo fissato il limite di spesa a 220 milioni di euro, l'erogazione del bonus avverrà in ordine alla presentazione della domanda all'Inps: sarà lo stesso Istituto previdenziale a monitorare la spesa stessa comunicando ai ministeri del Lavoro e dell'Economia il raggiungimento della soglia stanziata nel decreto 10 del 2020.