Pensioni: un tema che faceva discutere già prima dell'emergenza sanitaria e che ora trova nuovi spunti di discussione. Non si parla più di quota 100 o di uscite anticipate, ma della possibilità concreta che il calo del Pil previsto in relazione alla crisi economica in atto porti a tagli sui trattamenti futuri. Secondo, però, quando denunciato da Domenico Proietti della Uil c'è il rischio che la rivalutazione negativa arrivi a colpire anche le pensioni già in essere.
Riforma Dini del 1995 detta le regole
La stretta correlazione tra Pil e pensioni è finita anche sotto la lente d'ingrandimento della Uil.
In particolare il segretario confederale Domenico Proietti ha diffuso una dichiarazione in cui ha manifestato una certa inquietudine rispetto alla possibilità che la crisi economica possa inficiare gli assegni dei trattamenti futuri e non solo.
"Il governo - ha fatto sapere - deve sterilizzare subito gli effetti negativi che la caduta del Pil ha sulle pensioni future".
La riforma Dini del 1995 si è posta l'obiettivo di mantenere in equilibrio finanziario del sistema previdenziale. La liquidazione della pensione è frutto dei contributi versati, ma anche dell'andamento dell'economia.
Il problema ruota attorno al montante contributivo. Esso viene modificato sulla base di un coefficiente basato sull'andamento del Pil nell'ultimo quinquennio.
Come specificato dalla comunicazione di Proietti, la rivalutazione non potrà comunque superare l'1%. Tuttavia, questo però potrebbe non essere sufficiente a mettere a riparo la questione per gli anni successivi. "Eventuali differenze - specifica Proietti saranno recuperate negli anni successivi con effetti negativi sul futuro previdenziale dei lavoratori".
Per la prima volta, infatti, il dato sarà negativo e non si sa cosa potrà accadere in futuro. Era successo già nel 2015, ma con il decreto legge 65 il governo stabilì che per quell'anno la variazione non si applicasse e il montante non subisse riduzioni.
Pensioni: scenario preoccupante per Proietti
Ed è proprio il futuro a finire al centro delle preoccupazioni del segretario confederale della Uil, tenuto conto che gli sviluppi negativi legati all'attuale situazione economica pare siano destinati a riguardare anche chi già beneficia di una pensione.
"Gli effetti della crisi - avverte Proietti - impatteranno anche sulla rivalutazione delle pensioni in essere.
Il sollecito da parte di Proietti si rivolge direttamente al governo. La richiesta è quella di intervenire "sia per il calcolo della rivalutazione del montante contributivo sia per l'individuazione dell'indice di rivalutazione delle pensioni erogate”. “Questo - ha concluso Proietti - è un primo modo concreto di aiutare i pensionati presenti e futuri".
Si tratta perciò di un'altra patata bollente che potrebbe finire all'attenzione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. Prima che l'emergenza sanitaria dilagasse si iniziava, tra l'altro, ad ipotizzare per ammissione di alcuni esponenti del governo che potesse essere approntata una riforma delle pensioni generale. Gli ultimi fatti hanno comunque posticipato tutti i discorsi.